Installazione di Debian GNU/Linux 3.0 per Mips
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                               Bruce Perens

                               Sven Rudolph

                               Igor Grobman

                               James Treacy

                               Adam Di Carlo

                 Eugenia Franzoni <eugenia@linuxcare.com>

                     Riccardo Fabris <frick@linux.it>

                       versione 3.0.23, 16 May, 2002


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Estratto
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     Questo documento contiene le istruzioni di installazione per Debian
     GNU/Linux 3.0, per l'architettura Mips ("mips"); contiene inoltre dei
     puntatori ad ulteriore documentazione e informazioni su come trarre il
     meglio dal vostro nuovo sistema Debian.  Le procedure descritte in
     questo documento _non_ sono rivolte a chi sta aggiornando un sistema
     già esistente.  Se è questo il vostro caso, consultate le Note di
     release per Debian 3.0
     (http://www.debian.org/releases/woody/mips/release-notes/).


Avviso di Copyright
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     This document may be distributed and modified under the terms of the
     GNU General Public License.
     (C) 1996 Bruce Perens
     (C) 1996, 1997 Sven Rudolph
     (C) 1998 Igor Grobman, James Treacy
     (C) 1998--2002 Adam Di Carlo
     Traduzione italiana (C) 2000 Eugenia Franzoni, 2002 Riccardo Fabris

     This manual is free software; you may redistribute it and/or modify it
     under the terms of the GNU General Public License as published by the
     Free Software Foundation; either version 2, or (at your option) any
     later version.

     This manual is distributed in the hope that it will be useful, but
     _without any warranty_; without even the implied warranty of
     merchantability or fitness for a particular purpose.  See the GNU
     General Public License for more details.

     A copy of the GNU General Public License is available as
     `/usr/share/common-licenses/GPL' in the Debian GNU/Linux distribution
     or on the World Wide Web at the GNU website
     (http://www.gnu.org/copyleft/gpl.html).  You can also obtain it by
     writing to the Free Software Foundation, Inc., 59 Temple Place - Suite
     330, Boston, MA 02111-1307, USA.

     We require that you properly attribute Debian and the authors of this
     document on any materials derived from this document.  If you modify
     and improve this document, we request that you notify the authors of
     this document, via <debian-boot@lists.debian.org>.


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Contenuti
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     1.        Benvenuti in Debian!
     1.1.      Cos'è Debian?
     1.2.      Cos'è GNU/Linux?
     1.3.      Cos'è Debian GNU/Linux?
     1.4.      Cos'è Debian GNU/Hurd?
     1.5.      Come procurarsi Debian
     1.6.      Come procurarsi la versione più recente di questo documento
     1.7.      Organizzazione del documento
     1.8.      Problemi del documento già noti
     1.9.      Circa i copyright e le licenze software

     2.        Requisiti di sistema
     2.1.      Hardware supportato
     2.2.      Media per l'installazione
     2.3.      Requisiti di memoria e di spazio su disco
     2.4.      Hardware per la connettività di rete
     2.5.      Periferiche ed altro hardware
     2.6.      Acquistare hardware specificatamente per GNU/Linux

     3.        Prima di installare Debian GNU/Linux
     3.1.      Panoramica del processo d'installazione
     3.2.      Fate il backup dei vostri dati!
     3.3.      Le informazioni che vi serviranno
     3.4.      Pianificare l'uso del sistema
     3.5.      Prepartizionamento per sistemi a boot multiplo
     3.6.      Configurazione di hardware e sistema operativo prima
               dell'installazione

     4.        Procurarsi i mezzi per l'installazione del sistema
     4.1.      Le serie di CD originali Debian GNU/Linux
     4.2.      Scaricare i file dai mirror Debian
     4.3.      Creare i dischetti dalle immagini
     4.4.      Preparare i file per il boot via rete con TFTP
     4.5.      Installazioni automatiche

     5.        Avvio del sistema di installazione
     5.1.      I parametri di boot
     5.2.      Fare il boot da un CD-ROM
     5.3.      Fare il boot da dischetti
     5.4.      Fare il boot da TFTP
     5.5.      Risolvere eventuali problemi del processo d'installazione
     5.6.      Introduzione a `dbootstrap'
     5.7.      Note sulla release
     5.8.      ``Menu principale installazione Debian GNU/Linux''
     5.9.      ``Configurazione tastiera''
     5.10.     E` la vostra ultima possibilità!

     6.        Partizionare per Debian
     6.1.      Decidere le partizioni Debian e le loro dimensioni
     6.2.      L'albero delle Directory
     6.3.      Schema di partizionamento raccomandato
     6.4.      Nomi di device in Linux
     6.5.      Programmi Debian di partizionamento
     6.6.      ``Inizializza e attiva una partizione di swap''
     6.7.      ``Inizializzazione di una partizione Linux''
     6.8.      ``Mount di una partizione già inizializzata''
     6.9.      Montare partizioni non supportate da `dbootstrap'

     7.        Installare il kernel e il sistema operativo di base
     7.1.      ``Installazione kernel e moduli di driver''
     7.2.      NFS
     7.3.      Network
     7.4.      Root NFS
     7.5.      ``Configurazione moduli dei dispositivi''
     7.6.      ``Configurazione della rete''
     7.7.      ``Installazione del sistema di base''

     8.        Fare il boot nel vostro nuovo sistema Debian
     8.1.      ``Rendere il sistema avviabile''
     8.2.      ``Creazione floppy di avvio''
     8.3.      Il momento della verità
     8.4.      Configurazione (di base) dopo il primo boot in Debian
     8.5.      Password MD5
     8.6.      Shadow Password
     8.7.      Impostare la password di root
     8.8.      Creare un utente normale
     8.9.      Configurare PPP
     8.10.     Configurare APT
     8.11.     Installazione dei pacchetti: semplificata o avanzata
     8.12.     Selezione semplificata dei pacchetti: il Task Installer
     8.13.     Selezione avanzata dei pacchetti con `dselect'
     8.14.     Fare il login

     9.        Cosa fare adesso
     9.1.      Se non conoscete Unix
     9.2.      Come orientarsi in Debian
     9.3.      Ulteriori letture ed informazioni
     9.4.      Compilazione del kernel

     10.       Informazioni tecniche su Boot Floppies
     10.1.     Codice sorgente
     10.2.     Dischetto di recupero
     10.3.     Sostituire il kernel del dischetto di recupero

     11.       Appendice
     11.1.     Ulteriori informazioni
     11.2.     Come procurarsi Debian GNU/Linux
     11.3.     Device Linux

     12.       Administrivia
     12.1.     Circa questo documento
     12.2.     Come contribuire
     12.3.     Contributi principali
     12.4.     Marchi registrati


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1. Benvenuti in Debian!
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     Siamo felici che abbiate deciso di provare Debian e siamo sicuri che
     troverete che la distribuzione GNU/Linux di Debian è davvero unica.
     Debian GNU/Linux riunisce software libero di qualità proveniente da
     tutto il mondo, integrandolo in un tutt'uno.  Siamo certi che
     scoprirete che il risultato è davvero maggiore della somma delle
     parti.

     Questo capitolo fornisce una panoramica del Progetto Debian e di
     Debian GNU/Linux.  Se conoscete già la storia del Progetto Debian e
     della distribuzione Debian GNU/Linux, sentitevi liberi di saltare al
     capitolo successivo.


1.1. Cos'è Debian?
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     Debian è un'associazione di volontari dedicata allo sviluppo del
     software libero e alla promozione degli ideali della Free Software
     Foundation.  Il Progetto Debian ebbe inizio nel 1993, quando Ian
     Murdock mise in circolazione un invito aperto agli sviluppatori
     affinché contribuissero a una distribuzione software completa e
     coerente basata sul kernel Linux, a quei tempi relativamente una
     novità.  Quella piccola banda di entusiasti, originariamente
     finanziata dalla Free Software Foundation
     (http://www.fsf.org/fsf/fsf.html) (in italiano Free Software
     Foundation (http://www.fsf.org/fsf/fsf.it.html) NdT) e influenzata
     dalla filosofia GNU (http://www.gnu.org/gnu/the-gnu-project.html) (in
     italiano Il progetto GNU
     (http://www.gnu.org/gnu/thegnuproject.it.html) NdT), è cresciuta negli
     anni fino a diventare un'organizzazione di circa 800 _Sviluppatori
     Debian_.

     Gli sviluppatori Debian sono coinvolti in molteplici attività, inclusa
     l'amministrazione di siti Web (http://www.debian.org/) e FTP
     (ftp://ftp.debian.org/), la progettazione grafica, l'analisi legale
     delle licenze software, la scrittura di documentazione e,
     naturalmente, la manutenzione dei pacchetti.

     Allo scopo di comunicare la propria filosofia e attrarre sviluppatori
     che credono nei principi che Debian rappresenta, il Progetto Debian ha
     pubblicato alcuni documenti che descrivono i nostri valori e servono
     come linee guida per ciò che significa essere uno sviluppatore Debian:
        * Il Contratto Sociale Debian
          (http://www.debian.org/social_contract) è l'affermazione del
          legame tra Debian e la comunità del Software Libero.  Chiunque
          accetti di attenersi al Contratto Sociale può diventare un
          Manutentore (http://www.debian.org/doc/maint-guide/).  Qualsiasi
          manutentore può introdurre nuovo software in Debian, purché esso
          soddisfino i nostri criteri per essere considerati software
          libero e il pacchetto rispetti i nostri standard qualitativi.
        * Le Debian Free Software Guidelines
          (http://www.debian.org/social_contract#guidelines) sono una
          chiara e concisa espressione dei criteri Debian per il software
          libero.  Le DFSG sono un documento molto autorevole per il
          movimento del Software Libero e hanno costituito il fondamento di
          The Open Source Definition
          (http://opensource.org/docs/definition_plain.html).
        * Il Debian Policy Manual
          (http://www.debian.org/doc/debian-policy/) costituisce una
          descrizione approfondita degli standard qualitativi del Progetto
          Debian.

     Gli Sviluppatori Debian sono coinvolti in vari altri progetti, alcuni
     specifici di Debian, altri riguardanti parte o tutta la comunità
     Linux.  Eccone degli esempi:
        * Il progetto Linux Standard Base (http://www.linuxbase.org/)
          (LSB), che mira a standardizzare il sistema GNU/Linux di base,
          cosa che permetterà la progettazione e la realizzazione di
          software e hardware che funzioni in generale con Linux, piuttosto
          che essere adatto a una specifica distribuzione GNU/Linux.
        * Il progetto Filesystem Hierarchy Standard
          (http://www.pathname.com/fhs/) (FHS) ha lo scopo di
          standardizzare lo schema generale del file system Linux.  FHS
          permetterà agli sviluppatori software di concentrare i loro
          sforzi sulla scrittura dei programmi, senza doversi preoccupare
          di come il loro pacchetto verrà installato su distribuzioni
          GNU/Linux diverse.
        * Debian Jr. (http://www.debian.org/devel/debian-jr/) è un progetto
          interno, che si occupa di quanto Debian ha da offrire agli utenti
          più giovani.

     Per maggiori informazioni su Debian, si veda la FAQ Debian
     (http://www.debian.org/doc/FAQ/).


1.2. Cos'è GNU/Linux?
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     Il Progetto GNU ha sviluppato un insieme completo di programmi di
     sistema con licenza free software per Unix(TM) e sistemi operativi
     simili a Unix, come Linux.  Questi strumenti permettono agli utenti di
     eseguire operazioni di tutti i generi, da quelle banali, come la copia
     o la rimozione di file dal sistema, a quelle più arcane, come la
     scrittura e la compilazione di programmi o la manipolazione
     sofisticata di documenti in una varietà di formati.

     Un sistema operativo consiste di vari programmi fondamentali,
     necessari al computer per comunicare e ricevere istruzioni dagli
     utenti, leggere e scrivere dati su dischi, nastri e stampanti,
     controllare l'uso della memoria e far girare altri programmi.  La
     parte più importante di un sistema operativo è il kernel.  In un
     sistema GNU/Linux, Linux è la componente kernel.  Il resto del sistema
     consiste di altri programmi, molti dei quali furono scritti da, o per,
     il Progetto GNU.  Poiché il kernel Linux da solo non costituisce un
     sistema operativo funzionante, preferiamo usare il termine "GNU/Linux"
     per riferirci a sistemi che molta gente chiama semplicemente "Linux".

     Il kernel Linux (http://www.kernel.org/) apparve per la prima volta
     del 1991, quando uno studente di informatica finlandese, Linus
     Torvalds, annunciò una prima versione di un kernel sostitutivo di
     Minix sul newsgroup `comp.os.minix'.  Si veda la pagina sulla storia
     di Linux (http://www.li.org/linuxhistory.php) di Linux International.

     Linus Torvalds continua a coordinare parecchie migliaia di
     sviluppatori, con il supporto di alcuni collaboratori di fiducia.  Un
     eccellente sommario settimanale delle discussioni che si tengono sulla
     lista di discussione `linux-kernel' è Kernel Traffic
     (http://kt.zork.net/kernel-traffic/).  Maggiori informazioni sulla
     lista `linux-kernel' si possono trovare nella FAQ della lista
     linux-kernel (http://www.tux.org/lkml/).


1.3. Cos'è Debian GNU/Linux?
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     La combinazione della filosofia e della metodologia di Debian, degli
     strumenti GNU, del kernel Linux e di altro importante software libero
     forma una distribuzione software unica chiamata Debian GNU/Linux.
     Tale distribuzione è composta da un gran numero di _pacchetti_
     software.  Ogni pacchetto contiene eseguibili, script, documentazione,
     informazioni di configurazione ed ha un _manutentore_, che ha la
     responsabilità di mantenere aggiornato il pacchetto, tener traccia dei
     bug report e mantenere le comunicazioni con l'autore dell'applicativo
     che fa parte del pacchetto.  La nostra base utenti molto vasta, in
     combinazione col nostro sistema di tracciamento dei bachi, è una
     garanzia che i problemi vengano scovati e risolti rapidamente.

     L'attenzione per i dettagli tipica di Debian ci permette di produrre
     una distribuzione di alta qualità, stabile e scalabile.  Le
     installazioni possono essere facilmente configurate per ricoprire
     molti ruoli, da firewall ridotti all'essenziale a postazioni di
     calcolo scientifico, fino a server di rete di fascia alta.

     La caratteristica in cui Debian si distingue maggiormente da altre
     distribuzioni GNU/Linux è il suo sistema di gestione dei pacchetti.
     Gli strumenti che lo compongono danno all'amministratore di un sistema
     Debian il controllo completo sui pacchetti installati, dalla
     possibilità di installare un singolo pacchetto a quella di aggiornare
     automaticamente l'intero sistema operativo.  Si possono anche
     proteggere singoli pacchetti affinché non vengano aggiornati.  Si può
     perfino informare il sistema di gestione dei pacchetti circa i
     programmi che sono compilati da sé e le dipendenze che essi
     soddisfano.

     Per proteggere il vostro sistema dai "cavalli di troia" (o "trojan") e
     da altri programmi nocivi, i server di Debian verificano che i
     pacchetti siano stati inseriti dai manutentori Debian registrati.  I
     pacchetti Debian sono inoltre configurati con particolare riguardo
     alla sicurezza.  In caso compaiano dei problemi di sicurezza in uno
     dei pacchetti, le soluzioni vengono messe a disposizione in tempi di
     solito molto rapidi.  Con le semplici opzioni di aggiornamento di
     Debian, le correzioni ai buchi di sicurezza possono essere scaricate e
     installate automaticamente attraverso Internet.

     Il metodo principale (e migliore) per ricevere supporto per il proprio
     sistema Debian GNU/Linux e comunicare con gli Sviluppatori Debian è
     attraverso le molte liste di discussione del Progetto Debian (ce ne
     sono più di 90 al momento della presente stesura).  Il modo più
     semplice di iscriversi a una o più liste è visitare la pagina delle
     sottoscrizioni alle mailing list Debian
     (http://www.debian.org/MailingLists/subscribe) e riempire il form ivi
     presente.


1.4. Cos'è Debian GNU/Hurd?
---------------------------

     Debian GNU/Hurd è un sistema Debian GNU in cui il kernel monolitico
     Linux è sostituito da Hurd GNU, un insieme di server eseguiti sopra il
     microkernel GNU Mach.  Hurd è ancora in via di sviluppo e non è adatto
     all'uso quotidiano, ma ci si sta lavorando.  Hurd attualmente è
     disponibile solo per l'architettura i386, anche se i port ad altre
     architetture sono in programma una volta che il sistema sarà diventato
     stabile a sufficienza.

     Per ulteriori informazioni consultate la pagina del port Debian
     GNU/Hurd (http://www.debian.org/ports/hurd/) e la lista di discussione
     <debian-hurd@lists.debian.org>.


1.5. Come procurarsi Debian
---------------------------

     Per informazioni su come scaricare Debian GNU/Linux da Internet o dove
     acquistare i CD ufficiali Debian, andate alla pagina web della
     distribuzione (http://www.debian.org/distrib/).  La lista dei mirror
     Debian (http://www.debian.org/distrib/ftplist) contiene un elenco
     completo dei mirror Debian ufficiali.

     Debian può essere aggiornata molto facilmente dopo l'installazione.
     La procedura d'installazione vi aiuterà a configurare il sistema in
     modo da essere in grado di effettuare tali aggiornamenti una volta
     completata l'installazione, ove necessario.


1.6. Come procurarsi la versione più recente di questo documento
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     Questo documento viene continuamente rivisto.  Assicuratevi di
     controllare le pagine su Debian 3.0
     (http://www.debian.org/releases/woody/) per le ultime informazione
     sulla release 3.0.  Versioni aggiornate di questo manuale
     d'installazione sono disponibili anche dalle pagine del manuale
     ufficiale d'installazione
     (http://www.debian.org/releases/woody/mips/install).


1.7. Organizzazione del documento
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     Questo documento è pensato per servire come manuale per chi si
     avvicina per la prima volta a Debian.  Abbiamo cercato di non dare
     troppe cose per scontate circa le conoscenze del lettore.  In ogni
     caso presupponiamo che abbiate quantomeno una conoscenza generica del
     funzionamento dell'hardware del vostro computer.

     Gli utenti esperti potranno inoltre trovarvi interessanti informazioni
     di riferimento, tra le quali le dimensioni minime delle installazioni,
     dettagli sull'hardware supportato dal sistema di installazione Debian
     e così via.  Incoraggiamo gli utenti esperti a usare il documento in
     forma libera, saltando alle parti del documento che interessano loro.

     In generale questo manuale è strutturato in maniera lineare, in modo
     da accompagnare il lettore attraverso il processo d'installazione,
     dalle fasi iniziali alla sua conclusione.  Ecco i passi del processo
     di installazione di Debian GNU/Linux e le sezioni del documento che ad
     essi corrispondono:

     1.   Stabilire se il vostro hardware soddisfi i requisiti per poter
          utilizzare il sistema di installazione, in Capitolo 2, `Requisiti
          di sistema'.

     2.   Fare una copia di sicurezza del vostro sistema ed effettuare
          qualsiasi pianificazione e configurazione hardware prima di
          installare Debian, in Capitolo 3, `Prima di installare Debian
          GNU/Linux'.

     3.   Configurare correttamente le partizioni del proprio sistema è
          molto importante, poiché una volta finita l'installazione dovrete
          convivere con i risultati delle vostre scelte probabilmente per
          parecchio tempo.

     4.   In Capitolo 4, `Procurarsi i mezzi per l'installazione del
          sistema' sono presentati e affrontati modi diversi per effettuare
          l'installazione di Debian.  Sceglietene uno e preparate i
          supporti fisici dell'installazione come descritto.

     5.   Capitolo 5, `Avvio del sistema di installazione' descrive le
          modalità di avvio del sistema di installazione.  Questo capitolo
          si occupa anche delle procedure per localizzare e risolvere
          problemi eventualmente incontrati a questo stadio.

     6.   Come impostare le partizioni Linux per il vostro sistema Debian è
          spiegato in Capitolo 6, `Partizionare per Debian'.

     7.   Installare il kernel e configurare i moduli dei driver di
          periferica, in Capitolo 7, `Installare il kernel e il sistema
          operativo di base'.  Vi è spiegato inoltre come configurare la
          vostra connessione di rete, in modo da poter recuperare
          direttamente dal server Debian i rimanenti file di installazione,
          in caso non stiate installando da CD.

     8.   Iniziare scaricamento/installazione/configurazione automatici di
          un sistema funzionante di dimensioni minimali, in Sezione 7.7,
          ```Installazione del sistema di base'''.

     9.   Avviare il sistema di base appena installato e passare per alcuni
          ulteriori task di configurazione, in Capitolo 8, `Fare il boot
          nel vostro nuovo sistema Debian'.

     10.  Installare altre applicazioni in Sezione 8.11, `Installazione dei
          pacchetti: semplificata o avanzata'.  Usare `tasksel' per
          installare insiemi omogenei di pacchetti, i cosiddetti "task".
          Usare `dselect' per selezionare singoli pacchetti da un lungo
          elenco o `apt-get' in caso sappiate già i nomi dei pacchetti che
          desiderate installare individualmente.

     Una volta installato il sistema con successo, potrete leggere Capitolo
     9, `Cosa fare adesso', che spiega come e dove potete trovare ulteriori
     informazioni su Unix e Debian e come rimpiazzare il kernel.  In caso
     vogliate generare dai sorgenti un sistema di installazione
     personalizzato, assicuratevi di leggere Capitolo 10, `Informazioni
     tecniche su Boot Floppies'.

     Infine potete trovare informazioni su questo documento e sui modi in
     cui è possibile contribuirvi in Capitolo 12, `Administrivia'.


1.8. Problemi del documento già noti
------------------------------------

     Questo documento ha ancora una forma piuttosto grezza.  Ci rendiamo
     conto che è incompleto, probabilmente contiene anche errori, refusi e
     simili.  Quando sono presenti i termini "FIXME" o "TODO", potete star
     certi che sappiamo già che la sezione non è completa.  Come al solito,
     _caveat emptor_ (stai attento, o acquirente!).  Qualsiasi aiuto,
     suggerimento e, specialmente, correzione sarà molto apprezzato (lo
     stesso vale per la traduzione italiana NdT).

     Potete trovare le versioni di sviluppo del documento presso
     http://www.debian.org/releases/woody/mips/install.  Vi troverete anche
     una lista di tutte le architetture e le lingue per le quali questo
     documento è disponibile.

     I sorgenti sono pubblici.  Maggiori informazioni su come contribuire
     si possono trovare nella sezione Capitolo 12, `Administrivia'.
     Accogliamo di buon grado suggerimenti, commenti, patch e bug report
     (fate riferimento al pacchetto `boot-floppies', ma prima controllate
     che il problema non sia già stato riferito).


1.9. Circa i copyright e le licenze software
--------------------------------------------

     Siamo sicuri che abbiate letto alcune delle licenze fornite con la
     maggior parte del software commerciale; di solito vi si afferma che è
     permesso usare una singola copia del programma su un solo computer.
     La licenza del sistema Debian GNU/Linux è totalmente diversa.  Noi vi
     incoraggiamo apertamente a mettere una copia di Debian GNU/Linux su
     tutti i computer della vostra scuola o luogo di lavoro.  Prestate i
     supporti fisici per l'installazione ai vostri amici e aiutateli a
     installare Debian GNU/Linux sul loro computer!  Potete persino fare
     migliaia di copie e _venderle_, sebbene con alcune restrizioni.  La
     libertà di installare e usare il sistema deriva direttamente dal fatto
     che Debian è basata su _software libero_.

     Chiamarlo "libero" non significa che tale software sia senza
     copyright, né significa che i CD che contengono tale software debbano
     essere distribuiti gratuitamente.  Software libero significa, in
     parte, che le licenze dei singoli programmi non richiedono di pagare
     alcunché per il privilegio di distribuirli o utilizzarli.  Software
     libero significa che non solo chiunque può estendere, adattare e
     modificare il software, ma che possono essere distribuiti pure i
     risultati di tale lavoro.  [1]

     Molti dei programmi presenti nel sistema hanno una licenza _GNU_
     _General Public License_, cui spesso ci si riferisce come "GPL".  La
     GPL richiede di rendere disponibile il _codice sorgente_ dei programmi
     ogniqualvolta si distribuisca una copia binaria del programma.  Questa
     clausola garantisce che qualsiasi utente potrà modificare a piacere il
     software.  Abbiamo quindi incluso nel sistema Debian il codice
     sorgente dei programmi sotto GPL.[2]

     Ci sono varie altre forme di dichiarazioni di copyright e licenze
     software usate per i programmi compresi in Debian.  Potete trovare i
     copyright e le licenze di ogni pacchetto effettivamente installato sul
     vostro sistema nel file
     `/usr/share/doc/<nome_del_pacchetto>/copyright'.

     Per ulteriori informazioni sulle licenze e sui criteri usati da Debian
     per determinare se un programma sia abbastanza "libero" da poter
     essere incluso nella distribuzione principale, consultate le Debian
     Free Software Guidelines
     (http://www.debian.org/social_contract#guidelines).

     L'asserzione legale più rilevante è che questo software viene fornito
     _senza alcuna garanzia_.  I programmatori l'hanno creato a beneficio
     della comunità.  Non viene fornita alcuna garanzia che il software sia
     adatto a un determinato scopo.  Comunque, visto che il software è
     libero, siete autorizzati a modificarlo per adeguarlo alle vostre
     necessità e a trarre vantaggio dalle modifiche compiute da terzi che
     abbiano esteso il software nella stessa maniera.

[1]  Notate che il progetto Debian, come concessione pragmatica ai propri
     utenti, rende disponibili alcuni pacchetti che non possono essere
     considerati software libero secondo i nostri criteri.  Tali pacchetti
     non sono comunque parte della distribuzione ufficiale e sono
     disponibili solo nelle aree `contrib' o `non-free' dei mirror Debian o
     su CD di terzi.  Potete consultare la FAQ Debian
     (http://www.debian.org/doc/FAQ/), sotto "The Debian FTP archives", per
     ulteriori informazioni sullo schema e i contenuti degli archivi.

[2]  Per informazioni su come trovare e scompattare i pacchetti sorgente
     Debian e generare da essi i binari, leggete la sezione "Basics of the
     Debian Package Management System" della FAQ Debian
     (http://www.debian.org/doc/FAQ/),


-------------------------------------------------------------------------------


2. Requisiti di sistema
-----------------------

     Questa sezione contiene informazioni sull'hardware necessario per
     poter cominciare ad utilizzare Debian.  Vi troverete anche dei link ad
     altre fonti di informazione sull'hardware supportato da GNU e Linux.


2.1. Hardware supportato
------------------------

     Debian non impone requisiti hardware oltre a quelli del kernel Linux e
     dei programmi GNU.  Quindi si può utilizzare su qualsiasi architettura
     o piattaforma sulla quale siano stati portati il kernel Linux, libc,
     `gcc' ecc., sempre che esista un port di Debian per essa.  Fate
     riferimento alla pagina dei port presso
     http://www.debian.org/ports/mips/ per maggiori dettagli sui sistemi
     mips testati con Debian.

     Piuttosto che tentare di descrivere tutte le diverse configurazioni
     hardware supportate per Mips, questa sezione mira a contenere
     informazioni generali e puntatori a fonti di informazioni
     supplementari.

2.1.1. Architetture supportate
------------------------------

     Debian 3.0 supporta nove architetture principali e numerose varianti.

          Architettura         | Nome/Variante Debian
          ---------------------+----------------------------
          Intel x86 e affini   | i386
                               |   - vanilla
                               |   - idepci
                               |   - compact
                               |   - bf2.4 (sperimentale)
                               |
          Motorola 680x0:      | m68k
            - Atari            |   - atari
            - Amiga            |   - amiga
            - 68k Macintosh    |   - mac
            - VME              |   - bvme6000
                               |   - mvme147
                               |   - mvme16x
                               |
          DEC Alpha            | alpha
                               |   - generic
                               |   - jensen
                               |   - nautilus
                               |
          Sun SPARC            | sparc
                               |   - sun4cdm
                               |   - sun4u
                               |
          ARM e StrongARM      | arm
                               |   - netwinder
                               |   - riscpc
                               |   - shark
                               |   - lart
                               |
          IBM/Motorola PowerPC | powerpc
            - CHRP             |   - chrp
            - PowerMac         |   - powermac
            - PReP             |   - prep
            - APUS             |   - apus
                               |
          HP PA-RISC           | hppa
            - PA-RISC 1.1      |   - 32
            - PA-RISC 2.0      |   - 64
                               |
          Intel ia64           | ia64
                               |
          MIPS (big endian)    | mips
            - SGI Indy/I2      |  - r4k-ip22
                               |
          MIPS (little endian) | mipsel
            - DEC Decstation   |  - r4k-kn04
                               |  - r3k-kn02
                               |
          IBM S/390            | s390
            - MP3000, G6, G7   |  - s390 o s390-tape
                               |
          ---------------------+----------------------------

     Questo documento si occupa dell'installazione sull'architettura
     _mips_.  Se state cercando informazioni su una qualunque delle altre
     architetture supportate da Debian, consultate le pagine web I Port di
     Debian (http://www.debian.org/ports/).

     Questa è la prima release ufficiale di Debian GNU/Linux per
     l'architettura Mips.  Riteniamo che sia stata collaudata a sufficienza
     per poter essere distribuita.  A ogni modo, dato che non e` stata in
     circolazione quanto altre release (e quindi non e` stata testata
     altrettanto in profondità dagli utenti), potreste incontrare qualche
     baco.  Siete pregati di usare il nostro Bug Tracking System
     (http://bugs.debian.org/) per farci conoscere i problemi eventualmente
     incontrati.  Assicuratevi di menzionare nel bug report che si tratta
     della piattaforma Mips.  Potrebbe pure essere necessario usare la
     mailing list di debian-mips
     (http://www.debian.org/MailingLists/subscribe).

2.1.2. Supporto per CPU, schede madri e schede video
----------------------------------------------------

     Informazioni esaustive sulle macchine mips/mipsel supportate possono
     essere trovate nel Linux MIPS HOWTO
     (http://oss.sgi.com/mips/mips-howto.html).  Lo scopo della sezione è
     descrivere i sistemi supportati dai dischi di boot.

2.1.2.1. CPU
------------

     Attualmente il sistema d'installazione Debian per MIPS big endian
     supporta le sottoarchitetture SGI Indy, Indigo 2 e Challenge S con
     processori R4000, R4400 e R5000.  Per altre sottoarchitetture
     consultate la debian-mips mailing list
     (http://www.debian.org/MailingLists/subscribe).

     Nota: dovunque in questo documento ci si riferisce alle SGI Indy è
     implicito s'intendono anche le Indigo 2 e le Challenge S.

     Nota: per MIPS little endian fate riferimento all'architettura mipsel.

2.1.2.2. Schede grafiche
------------------------

     Il supporto di Debian alle interfacce grafiche si basa sul sottostante
     supporto del sistema XFree86.  I moderni slot video AGP sono in realtà
     una variante delle specifiche PCI.  La maggior parte delle schede
     video AGP funzionano bene con XFree86.  Presso http://www.xfree86.org/
     potete trovare ulteriori dettagli sul supporto a bus e schede
     grafiche, monitor e dispositivi di puntamento.  Debian 3.0 viene
     distribuita con X11 4.1.0.

     Il sistema X11 di XFree86 è supportato solo sulle SGI Indy.


2.2. Media per l'installazione
------------------------------

     Su alcune architetture è supportata anche l'installazione da CD-ROM.
     Sulle macchine che possono essere avviate da CD-ROM dovrebbe essere
     possibile portare a termine l'installazione senza usare dischetti.
     Anche se il sistema non supporta il boot da CD-ROM, è comunque
     possibile usare i CD-ROM in associazione ad altre tecniche di
     installazione, dopo aver fatto il boot in qualche altro modo.  Si veda
     Sezione 5.2, `Fare il boot da un CD-ROM'.  Mips attualmente non
     supporta il boot da CD-ROM.

     Effettuare l'installazione tramite boot da disco fisso è un'altra
     opzione possibile su molte architetture.

     Potete anche fare il boot del vostro sistema _via rete_.  E` la
     tecnica d'installazione d'eccellenza per Mips.  L'installazione senza
     dischi, usando il boot via rete da una rete locale e montando tutti i
     file system locali via NFS, è un'altra possibilità; probabilmente vi
     serviranno almeno 16 MB di RAM per un'installazione del genere.  Dopo
     aver installato il kernel del sistema operativo, potrete installare il
     resto del sistema attraverso qualunque tipo di connessione di rete
     (compreso PPP, una volta installato il sistema di base), via FTP, HTTP
     o NFS.

2.2.1. Memorie di massa supportate
----------------------------------

     I dischi di boot Debian contengono un kernel compilato in modo da
     massimizzare il numero di sistemi su cui può girare.  Sfortunatamente
     questo comporta avere un kernel di maggiori dimensioni, che include
     molti driver che non verranno usati sulla vostra macchina (fate
     riferimento a Sezione 9.4, `Compilazione del kernel' per informazioni
     su come ricompilare il kernel).  Il supporto per il maggior numero
     possibile di dispositivi è importante al fine di assicurare che Debian
     possa essere installata sull'insieme più vasto possibile di
     configurazioni hardware.

     Tutte le memorie di massa supportate dal kernel Linux lo sono anche
     dal sistema di boot.


2.3. Requisiti di memoria e di spazio su disco
----------------------------------------------

     Dovete avere almeno 16MB di memoria e 110MB di spazio disponibile sul
     disco.  Per un sistema minimale basato su console (con tutti i
     pacchetti standard) servono 250 MB.  Se desiderate installare una
     quantità ragionevole di applicazioni, compreso il sistema X Window,
     alcuni programmi di sviluppo e le relative librerie, vi serviranno
     almeno 400 MB.  Per un'installazione più o meno completa ci vogliono
     circa 800 MB.  Per installare _tutto_ ciò che è disponibile sotto
     forma di pacchetto Debian vi serviranno all'incirca 2 GB, anche se in
     realtà è un discorso teorico, visto che alcuni pacchetti vanno in
     conflitto con altri.


2.4. Hardware per la connettività di rete
-----------------------------------------

     Qualsiasi scheda di rete (NIC) supportata dal kernel Linux dovrebbe
     esserlo anche dai dischi di boot.  Potreste dover caricare il driver
     appropriato come modulo.


2.5. Periferiche ed altro hardware
----------------------------------

     Linux supporta una gran varietà di dispositivi hardware, come mouse,
     stampanti, scanner, modem e dispositivi PCMCIA e USB.  Comunque la
     maggior parte di essi non è indispensabile durante l'installazione del
     sistema.  Questa sezione contiene informazioni sulle periferiche che
     _non_ sono specificatamente supportate dal sistema di installazione,
     sebbene lo possano essere da Linux.


2.6. Acquistare hardware specificatamente per GNU/Linux
-------------------------------------------------------

     Ci sono diversi venditori che trattano sistemi con Debian o altre
     distribuzioni GNU/Linux preinstallate.  Potreste dover pagare qualcosa
     per il servizio, ma oltre alla macchina acquisterete anche in
     tranquillità interiore, dato che potete star tranquilli sul fatto che
     l'hardware sia ben supportato da GNU/Linux.

     Che stiate o meno acquistando un sistema con Linux preinstallato, o si
     tratti di un sistema usato, resta comunque importante assicurarsi che
     l'hardware sia supportato dal kernel Linux.  Controllate se il vostro
     hardware compare negli elenchi sopracitati.  Fate sapere all'eventuale
     venditore che state comprando una macchina su cui verrà installato
     Linux.  Sostenete le ditte che trattano hardware che funziona bene con
     Linux.

2.6.1. Evitate l'hardware proprietario o chiuso
-----------------------------------------------

     Alcuni produttori di hardware proprietario non intendono spiegarci
     come fare a scrivere i driver per il loro hardware, altri non ci
     permettono l'accesso alla documentazione senza un accordo NDA (Non
     Disclosure Agreement), che impedisce di rilasciare il codice sorgente
     Linux.  Un esempio è costituito dai chip grafici Nvidia, usati in
     molte schede 3D di consumo recenti, mentre altri produttori, per dire
     ATI e Matrox, forniscono le informazioni necessarie.

     Dato che non ci è stato dato accesso alla documentazione di questi
     dispositivi, semplicemente non funzionano sotto Linux.  Potete essere
     d'aiuto chiedendo ai produttori di tale hardware di mettere in libera
     circolazione la documentazione: se un numero sufficiente di persone lo
     chiederà, forse si accorgeranno che la comunità del software libero è
     un mercato importante.


-------------------------------------------------------------------------------


3. Prima di installare Debian GNU/Linux
---------------------------------------


3.1. Panoramica del processo d'installazione
--------------------------------------------

     Ecco un sommario dei passi che compirete durante l'installazione.

     1.   Creare spazio partizionabile per Debian sul vostro disco fisso

     2.   Localizzare e/o scaricare kernel e driver (eccettuati coloro che
          possiedono i CD Debian)

     3.   Configurare boot-floppies o disporre i file di boot (eccettuati
          gli utenti che possono fare il boot da uno dei CD)

     4.   Fare il boot nel sistema d'installazione

     5.   Configurare la tastiera

     6.   Creare e montare le partizioni Debian

     7.   Indicare all'installer il posto dove sono collocati il kernel e i
          driver

     8.   Selezionare quali driver di periferica caricare

     9.   Configurare l'interfaccia di rete

     10.  Iniziare scaricamento/installazione/configurazione automatici del
          sistema di base

     11.  Configurare il boot loader per avviare Linux ed eventuali altri
          sistemi operativi

     12.  Fare il boot nel sistema appena installato e portare a termine la
          configurazione del sistema

     13.  Installare task e pacchetti addizionali, a vostra discrezione


3.2. Fate il backup dei vostri dati!
------------------------------------

     Prima di iniziare, assicuratevi di fare il backup di tutti i file
     presenti attualmente sul vostro sistema.  Se sulla vostra macchina è
     installato solo il sistema operativo nativo, con ogni probabilità
     avrete bisogno di ripartizionare il disco per liberare spazio per
     Debian GNU/Linux.  Ogniqualvolta ripartizionate il disco, dovreste
     tener conto della possibilità di perdere tutti i dati presenti, non
     importa quale programma usiate per farlo.  I programmi usati durante
     l'installazione sono piuttosto affidabili e la maggior parte sono in
     circolazione da anni, ma una mossa falsa vi può costare cara.  Anche
     dopo aver fatto il backup, fate attenzione e pensate alle risposte che
     date e a quello che fate: riflettendo un paio di minuti in più
     potreste risparmiare ore di lavoro inutile.

     Se state creando un sistema a boot multiplo, assicuratevi di avere a
     portata di mano i supporti di installazione degli altri sistemi
     operativi, soprattutto se ripartizionerete il disco da cui viene
     avviato il sistema.  Potreste scoprire di dover reinstallare il boot
     loader del sistema operativo originario o, in molti casi, l'intero
     sistema operativo e tutti i file presenti nelle partizioni
     interessate.


3.3. Le informazioni che vi serviranno
--------------------------------------

3.3.1. Documentazione
---------------------

     _Manuale d'installazione:_
     install.it.txt
     install.it.html
     install.it.pdf
          Il file che state leggendo, in formato ASCII puro, HTML o PDF.

     Tutorial di dselect (dselect-beginner.it.html)
          Tutorial all'utilizzo del programma `dselect'.  Dselect è uno dei
          mezzi con cui si possono installare pacchetti addizionali una
          volta completata l'installazione di base.

     _Pagine di manuale del programma di partizionamento:_
     fdisk.txt
     cfdisk.txt
          Pagine di manuale per il programma di partizionamento usato
          durante il processo d'installazione.

     .../current/md5sum.txt (../../md5sum.txt)
          Elenco dei codici di controllo MD5 dei file binari.  Se avete il
          programma `md5sum', potete assicurarvi che i vostri file non
          siano corrotti lanciando `md5sum -v -c md5sum.txt'.

3.3.2. Impostazioni della rete
------------------------------

     Se il computer ha una connessione permanente alla rete (cioè una
     connessione Ethernet o equivalente, non con una connessione PPP)
     dovreste chiedere all'amministratore di sistema le seguenti
     informazioni:

        * Il vostro hostname (forse lo potrete decidere voi).

        * Il vostro nome di dominio.

        * L'indirizzo IP dell'elaboratore.

        * L'indirizzo IP di rete.

        * La netmask da usare.

        * L'indirizzo di broadcast.

        * L'indirizzo IP del gateway su cui effettuare l'instradamento di
          default, _se_ la vostra rete ne ha uno.

        * L'host da usare come vostro server DNS (Domain Name Service).

        * Se vi connettete alla rete usando Ethernet.

     Se l'unica connessione di rete della macchina utilizza una linea
     seriale, con PPP o una connessione dialup equivalente, non sarete in
     grado di installare il sistema di base attraverso la rete.  In tal
     caso dovrete usare un CD, porre in anticipo i pacchetti base su una
     partizione preesistente del disco fisso o predisporre dischetti
     contenenti i pacchetti base.  Leggete Sezione 8.9, `Configurare PPP'
     più avanti per informazioni su come configurare PPP in Debian una
     volta installato il sistema.


3.4. Pianificare l'uso del sistema
----------------------------------

     E` importante decidere che tipo di sistema volete.  Ciò determinerà lo
     spazio su disco necessario.  Ecco un campionario di configurazioni
     tipiche di sistemi Debian.

     Server standard
          Questo è il profilo per un server di fascia bassa, essenziale,
          privo di ogni raffinatezza per gli utenti con shell.  Include un
          server FTP, un server web, DNS, NIS e POP.  Per tali servizi
          saranno sufficienti 50 MB di spazio disco, cui va aggiunto lo
          spazio necessario per i dati che volete gestire.

     Dialup
          Una macchina desktop standard, incluso X Window, applicazioni
          grafiche, sonore, editor ecc.  Le dimensioni dei pacchetti
          raggiungeranno circa 500 MB.

     Work Console
          Una macchina per l'utente finale ma più essenziale di quella
          sopra, senza X Window o applicazioni X.  E` una configurazione
          adatta forse a un portatile o un trasportabile.  Le dimensioni
          sono di circa 140MB.

     Developer
          Una configurazione desktop con tutti i pacchetti di sviluppo,
          come Perl, C, C++, ecc per un totale di circa 475 MB.  Dando per
          scontato che aggiungerete X11 e alcuni pacchetti aggiuntivi per
          altri usi, dovreste predisporre circa 800 MB per questo tipo di
          macchina.

     Ricordatevi che le dimensioni specificate non includono tutto ciò che
     si può trovare di solito su un sistema, come ad esempio i file degli
     utenti, la posta e dati vari.  La cosa migliore è tenersi larghi,
     pensando allo spazio necessario ai vostri dati.  In particolare, la
     partizione `/var' contiene un sacco di informazioni di stato.  I file
     di `dpkg' (che contengono informazioni su tutti i pacchetti
     installati) possono facilmente occupare 20 MB.  Tra i log e il resto,
     di solito dovrete assegnare almeno 50 MB a `/var'.


3.5. Prepartizionamento per sistemi a boot multiplo
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     Partizionare il vostro disco consiste semplicemente nel suddividerlo
     in sezioni.  Ogni sezione è indipendente dalle altre.  Grosso modo
     equivale a tirare su dei muri in una casa: aggiungere dei mobili a una
     sola stanza non influisce sulle altre.

     Se sul vostro sistema è già presente un sistema operativo e volete
     piazzare Linux sullo stesso disco, dovrete ripartizionarlo.  Debian
     richiede delle partizioni riservate sul disco fisso, non può essere
     installata su partizioni Windows o MacOS.  Si potrebbero invece
     condividere alcune partizioni con altri sistemi Linux, ma tale
     questione non verrà affrontata in questo documento.  Come minimo
     avrete bisogno di una partizione dedicata per la root di Debian.

     In generale, modificare una partizione che contiene già un file system
     distruggerà qualsiasi informazioni preesistente.  Perciò dovreste
     sempre fare il backup prima di procedere a qualunque
     ripartizionamento.  Continuando ad usare l'analogia della casa,
     probabilmente farete bene a spostare fuori mano tutti i mobili prima
     di procedere alla demolizione e ricostruzione di un muro, altrimenti
     rischiereste di distruggerli.

     Se la vostra macchina ha più di un disco fisso, potreste voler
     dedicarne uno completamente a Debian.  In tal caso non avrete bisogno
     di partizionare tale disco prima di avviare il sistema
     d'installazione, l'installer comprende un programma di partizionamento
     che può svolgere tranquillamente tale compito.

     Anche nel caso in cui la vostra macchina abbia un solo disco fisso, se
     volete rimpiazzare completamente l'attuale sistema operativo con
     Debian GNU/Linux potete aspettare e partizionare il disco come parte
     del processo d'installazione (Capitolo 6, `Partizionare per Debian'),
     dopo aver avviato il sistema d'installazione.  Comunque tutto questo
     funziona solo se avete programmato di fare il boot del sistema di
     installazione da dischetti, CD-ROM o file su una macchina connessa in
     rete.  Considerate infatti che se fate il boot da file posti su un
     disco fisso per poi andare a partizionarlo durante il processo
     d'installazione (cancellando in tal modo i file di boot), farete
     meglio a sperare che l'installazione vada a buon fine al primo colpo.
     In questa situazione come minimo dovreste avere dei sistemi
     alternativi per rimettere eventualmente in sesto la vostra macchina,
     come ad esempio i dischetti o i CD d'installazione del sistema
     operativo originario.

     Anche nel caso in cui la macchina sia già dotata di più d'una
     partizione e si possa ottenere lo spazio sufficiente cancellando e
     rimpiazzando una o più di esse, potreste aspettare ed usare il
     programma di partizionamento dell'installer Debian.  Dovreste comunque
     dare una letta a quanto segue, perché ci potrebbero essere delle
     circostanze particolari, come l'ordine delle partizioni esistenti
     all'interno della mappa delle partizioni, che vi costringerebbero
     comunque a ripartizionare il disco prima di procedere
     all'installazione.

     In tutti gli altri casi, avrete bisogno di partizionare il vostro
     disco fisso prima di iniziare l'installazione, per creare spazio per
     Debian.  Se alcune delle partizioni serviranno ad altri sistemi
     operativi, dovreste crearle usando i programmi di partizionamento del
     sistema operativo nativo.  Vi raccomandiamo di _non tentare_ di creare
     partizioni Linux Debian usando i programmi di un altro sistema
     operativo.  Piuttosto dovreste creare solo la partizione (o le
     partizioni) che vorrete riservare al sistema nativo.

     Se attualmente avete un solo disco fisso con una sola partizione (una
     situazione comune nei desktop) e volete un sistema ad avvio multiplo
     con il sistema operativo nativo e Debian, dovrete:

     1.   Fare il backup di qualunque file utile presente nel sistema.

     2.   Fare il boot dai supporti di installazione del sistema operativo
          nativo, ad esempio CD-ROM o dischetti.

     3.   Usare i tool nativi di partizionamento per creare le partizioni
          per il sistema nativo.  Lasciare una partizione segnaposto o
          dello spazio libero per Debian GNU/Linux.

     4.   Installare il sistema operativo nativo nella sua nuova
          partizione.

     5.   Fare il boot nel s.o.  nativo per verificare che sia tutto a
          posto e scaricare i file di boot dell'installer Debian.

     6.   Fare il boot dell'installer Debian per continuare a installare
          Debian.

     Le sezioni seguenti contengono informazioni su come partizionare il
     disco fisso dal sistema operativo nativo prima dell'installazione.


3.6. Configurazione di hardware e sistema operativo prima
dell'installazione
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     Questa sezione vi guiderà attraverso la riconfigurazione dell'hardware
     che in alcuni casi potreste aver bisogno di effettuare prima di
     installare Debian.  Generalmente si tratta di controllare e, nel caso,
     di modificare le impostazioni del firmware del vostro sistema.  Il
     firmware è il software essenziale usato dall'hardware.  Ne viene fatto
     un utilizzo critico durante il processo di bootstrap (che segue
     l'accensione).  Verranno anche evidenziati problemi noti con hardware
     particolare che potrebbero incidere sull'affidabilità di Debian
     GNU/Linux.

3.6.1. Questioni hardware cui prestare attenzione
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     Molta gente prova a far funzionare a 100 MHz delle CPU a 90 MHz e cose
     del genere.  Qualche volta funziona ma, a causa del surriscaldamento e
     di altri fattori, il sistema rischia in realtà di subire danni seri.
     Uno degli autori di questo documento tenne la sua macchina in
     overclock per un anno, poi il sistema iniziò ad abortire l'esecuzione
     di `gcc' con un segnale inaspettato durante la compilazione del
     kernel.  Ritornare alla velocità originale della CPU risolse il
     problema.

     Il compilatore `gcc' è spesso il primo componente che risente di
     moduli di memoria difettosi (o di altri problemi hardware che
     provocano mutazioni non predicibili dei dati), dato che costruisce
     strutture dati enormi, che attraversa ripetutamente.  Un errore in
     tali strutture dati provoca l'esecuzione di istruzioni illegali o il
     tentativo di accedere a indirizzi inesistenti.  Un indizio è l'arresto
     di `gcc' per un segnale inaspettato.


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4. Procurarsi i mezzi per l'installazione del sistema
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4.1. Le serie di CD originali Debian GNU/Linux
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     Il modo di gran lunga più semplice per installare Debian GNU/Linux è
     da una serie di CD Debian originali (rif.  pagina dei distributori di
     CD (http://www.debian.org/CD/vendors/)).  Potete anche scaricare le
     immagini dei CD dal server Debian e crearveli da soli, se avete una
     connessione veloce e un masterizzatore.  Se avete una serie di CD
     Debian e la vostra macchina è avviabile da CD, potete saltare alla
     sezione Sezione 5.2, `Fare il boot da un CD-ROM'.  E` stato fatto un
     grosso lavoro per assicurare che i file necessari nella maggior parte
     dei casi siano presenti sui CD.

     Se avete una serie dei CD ma la vostra macchina non supporta il boot
     da CD, potete usare una strategia alternativa (dischetti, disco fisso
     o boot via rete) per il boot dell'installer.  Potete comunque trovare
     sui CD i file di cui avrete bisogno per fare il boot con altri mezzi.
     L'archivio Debian accessibile via rete e i CD sono organizzati allo
     stesso modo, perciò, quando più avanti verranno indicati i percorsi
     dei file dell'archivio, li potrete trovare nelle stesse directory e
     sottodirectory sui vostri CD.

     Una volta avviato, l'installer sarà in grado di ottenere tutti gli
     altri file di cui ha bisogno dai CD.

     Se non avete i CD, allora dovrete scaricare i file dell'installer di
     sistema e collocarli sul vostro disco fisso, su dischetti o su un
     elaboratore connesso al vostro, in modo che possano essere usati per
     avviare l'installer.


4.2. Scaricare i file dai mirror Debian
---------------------------------------

     Quando scaricate dei file da un mirror Debian, assicuratevi di farlo
     in modalità _binaria_, non in modalità testo o automatica.  E`
     importante replicare esattamente la struttura delle directory che
     trovate sul mirror per creare un "sub-mirror" locale.  Non è proprio
     necessario farlo se piazzerete tutti i file dell'installazione su
     dischetti, tuttavia rende più facile trovare i file quando ne avete
     bisogno.  Dovreste far partire la vostra struttura di directory locale
     al livello sotto `disks-mips', per esempio:

          current/<sub-architecture>/images-1.44/<flavor>/rescue.bin

     Non c'è bisogno che scarichiate tutti i file presenti sotto tale
     livello, bastano quelli che vi servono davvero (scoprirete quali
     continuando a leggere).  Semplicemente date alle directory gli stessi
     nomi che hanno sul mirror e mantenete i file nelle directory giuste.

     Se la vostra macchina è configurata per decomprimere o decifrare
     automaticamente i file che scaricate, dovrete neutralizzare tale
     funzionalità quando scaricate i file del sistema d'installazione.
     Verranno decompressi al momento opportuno dall'installer.
     Decomprimerli nel vostro sistema attuale sarebbe uno spreco di tempo e
     spazio.  Inoltre se gli archivi compressi originali vengono cancellati
     dal programma di decompressione non saranno disponibili più tardi,
     quando l'installer ne avrà bisogno.

4.2.1. Opzioni di installazione
-------------------------------

     I file di cui potrete aver bisogno ricadono in tre categorie:

     1.   File necessari ad avviare il sistema d'installazione (per
          esempio, `rescue.bin', `linux.bin' e `root.bin')

     2.   File cui dovrà accedere il sistema d'installazione, una volta
          avviato, per poter installare il kernel e i driver di periferica
          (per esempio, `rescue.bin' e `drivers.tgz')

     3.   File di installazione del sistema di base (per esempio,
          `basedebs.tar')

     Se l'elaboratore ha una connessione Ethernet funzionante e i driver
     della vostra scheda di rete sono tra quelli incorporati nel kernel
     dell'installazione, avrete bisogno dei soli file di avvio del sistema
     d'installazione.  L'installer è in grado di installare via rete kernel
     e driver con molte delle schede Ethernet più comuni.

     Se avete una scheda per la quale l'installer non ha il supporto
     incorporato, avrete bisogno sia dei file di avvio del sistema
     d'installazione che dei file di installazione del kernel e dei driver
     di periferica.

     Se state installando su una macchina priva di connessione di rete, o
     se la connessione di rete è PPP (via modem), dovrete recuperare tutti
     e tre i tipi sopracitati di file prima di iniziare l'installazione.

     Se non siete sicuri di quali file avete bisogno, intanto iniziate con
     i file di avvio del sistema d'installazione.  Se il primo tentativo di
     configurare la rete con l'installer fallisse, vi basterà abbandonare
     l'installazione, procurarvi i file necessari e ricominciare.

4.2.2. Scegliere l'installazione giusta
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     I file di installazione comprendono delle immagini di kernel,
     disponibili in diverse varianti, ognuna delle quali supporta
     configurazioni hardware differenti.  Le varianti disponibili per Mips
     sono:

     "r4k-ip22"
          E` il kernel utilizzabile sulle macchine SGI Indy, Indigo 2 e
          Challenge S.  Include quasi tutti i driver supportati da Linux
          compilati come moduli, compresi driver per dispositivi di rete,
          SCSI, ecc.  Non sono attualmente disponibili altre varianti per
          Mips.

     I file di configurazione del kernel per tali varianti si trovano nelle
     rispettive directory in un file chiamato "kernel-config".

4.2.3. Dove trovare i file dell'installazione
---------------------------------------------

     I siti dove potrete trovare i file d'installazione per ciascuna
     variante di mips sono elencati nell'Appendice e comprendono:

     .../current/r4k-ip22/images-1.44/rescue.bin
     (../../r4k-ip22/images-1.44/rescue.bin)
          immagine (del dischetto) di recupero

     .../current/root.bin (../../root.bin)
          immagine/i (del/i dischetto/i) di root o archivio tar

     Sezione 11.2.3.2, `I file del kernel Linux'
          binari del kernel

     Sezione 11.2.3.3, `I file dei driver'
          immagini (dei dischetti) dei driver o archivio tar

     Sezione 11.2.3.4, `I file di installazione del sistema di base'
          immagini o archivio tar del sistema di base

     L'immagine del dischetto di recupero contiene un kernel Linux
     compresso per il boot.  Viene usato sia per il boot da dischetto
     (quando trasferito su un dischetto) che come origine del kernel Linux
     quando lo si installa sul sistema.  `linux.bin' è un binario del
     kernel non compresso.  Viene usato per avviare l'installer dal disco
     fisso o da CD-ROM e non è necessario per avviare l'installer da
     dischetto.

     Fate riferimento a Sezione 4.3, `Creare i dischetti dalle immagini'
     per informazioni importanti sulla corretta creazione dei dischetti
     dalle loro immagini.

     L'immagine del dischetto di root contiene un file system compresso su
     ramdisk che viene caricato in memoria una volta avviato l'installer.

     I driver di periferica possono essere scaricati come una serie di
     immagini di dischetti o come un archivio tar (`drivers.tgz').
     L'installer avrà bisogno di accedere ai file dei driver durante
     l'installazione.  Se avete una partizione su disco o un elaboratore
     connesso in rete accessibile all'installer (si veda più sotto) vi
     converrà usare l'archivio tar, più semplice da maneggiare.  I file
     delle immagini sono necessari solo se dovete proprio installare i
     driver da dischetti.

     Mentre scaricate i file, dovreste fare attenzione anche al tipo di
     file system su cui andate a copiarli, a meno che non intendiate usare
     i dischetti per il kernel e i driver.  L'installer può leggere i file
     da vari tipi di file system, inclusi FAT, HFS, ext2fs e Minix.  Se
     scaricate i file su un file system *nix, scegliete quelli più grandi
     possibili dall'archivio (non quelli spezzettati per i dischetti NdT).


4.3. Creare i dischetti dalle immagini
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     I dischetti avviabili vengono comunemente usati per fare il boot
     dell'installer su macchine con un lettore per dischetti.  Sulla
     maggior parte dei sistemi potrete usare i dischetti anche per
     l'installazione del kernel e dei suoi moduli.

     Le immagini di dischetto sono file che racchiudono i contenuti
     completi di un dischetto in formato _raw_.  Le immagini, ad esempio
     `rescue.bin', non possono essere semplicemente copiate su dischetti.
     E` necessario un programma speciale per scriverle sui dischetti in
     modo _raw_, dato che si tratta di rappresentazioni grezze del
     dischetto.  Serve quindi fare una copia _per settori_ dei dati dal
     file al dischetto.

     Ci sono diverse tecniche per creare i dischetti a partire dalle
     immagini, a seconda della piattaforma.  Questa sezione descrive come
     farlo sulle diverse piattaforme.

     Indipendentemente dal metodo che userete per creare i dischetti,
     dovreste ricordarvi di far scattare la linguetta che blocca l'accesso
     in scrittura una volta finito il lavoro, per garantirvi che non
     vengano inavvertitamente sovrascritti.

4.3.1. Scrivere le immagini su un sistema Linux o Unix
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     Per scrivere su dischetti i file immagine probabilmente vi servirà
     avere accesso come root al sistema.  Mettete un dischetto vuoto e non
     danneggiato nel lettore, quindi usate il comando:

          dd if=<file> of=/dev/fd0 bs=1024 conv=sync ; sync

     dove <file> è una delle immagini.  `/dev/fd0' è il nome comunemente
     usato per il device dei dischetti, ma potrebbe essere diverso sulla
     vostra workstation (su Solaris è `/dev/fd/0').  Il comando potrebbe
     restituire il prompt prima che Unix abbia finito la scrittura, quindi
     fate attenzione alla spia d'uso sul lettore: assicuratevi che sia
     spenta e che il dischetto non sia più in rotazione prima di rimuoverlo
     dal lettore.  Su alcuni sistemi dovrete lanciare un comando per
     espellere il dischetto dal lettore (su Solaris usate `eject',
     consultate la pagina di man).

     Alcuni sistemi tentano di montare in automatico un dischetto appena
     inserito nel lettore.  Potreste dover disabilitare tale funzionalità
     affinché il sistema vi permetta di scrivere su un dischetto in modo
     _raw_.  Sfortunatamente i modi per farlo variano a seconda del sistema
     operativo.  Su Solaris dovrete aggirare l'ostacolo costituito dal
     Volume Management per ottenere accesso raw al dischetto.  Per prima
     cosa assicuratevi che il dischetto sia automontato (usando `volcheck'
     o il comando equivalente nel file manager).  Quindi usate `dd' come
     nell'esempio riportato sopra, rimpiazzando `/dev/fd0' con
     `/vol/rdsk/<nome_dischetto>', dove <nome_dischetto> è il nome dato al
     dischetto alla sua formattazione (i dischetti senza nome di solito
     prendono il nome `unnamed_floppy').  Su altri sistemi, chiedete
     all'amministratore.

4.3.2. Scrivere le immagini su DOS, Windows o OS/2
--------------------------------------------------

     Se avete accesso a una macchina i386, potete usare uno dei programmi
     seguenti per copiare immagini su dischetti.

     Sotto MS-DOS si possono usare FDVOL, WrtDsk o RaWrite3.

     http://www.minix-vmd.org/pub/Minix-vmd/dosutil/

     Per usare tali programmi, assicuratevi innanzitutto di aver fatto il
     boot in DOS, non è assolutamente garantito che funzionino
     correttamente da una finestra DOS sotto Windows o lanciandoli con un
     doppio clic da Windows Explorer.  Per fare il boot in DOS, vi basterà
     premere _F8_ durante il boot.

     NTRawrite è un tentativo di creare una versione aggiornata di
     Rawrite/Rawrite3 utilizzabile senza problemi sotto WinNT, Win2K e
     Win95/98.

     http://sourceforge.net/projects/ntrawrite/

4.3.3. Modificare il dischetto di recupero per il supporto alle lingue
----------------------------------------------------------------------

     I messaggi visualizzati dal dischetto di recupero (prima del
     caricamento del kernel) possono venir presentati nella vostra lingua
     madre.  Per farlo, nel caso non parliate inglese, dopo aver scritto
     l'immagine sul dischetto dovrete copiarci gli appositi file dei
     messaggi ed un font.  Per chi usa MS-DOS e Windows c'è un file batch,
     `setlang.bat', nella directory `dosutils', che lo fa.  Andate nella
     directory (con `cd c:\debian\dosutils' da un prompt dos) e date
     `setlang <lang>', dove <lang> è un codice di due lettere minuscole per
     la vostra lingua, ad esempio `setlang it' per l'italiano.  Attualmente
     sono disponibili i seguenti codici:

          ca cs da de eo es fi fr gl hr hu it ko ja pl pt ru sk sv tr zh_CN

     Badate che le descrizioni in questo manuale danno per scontato che
     utilizziate un'installazione italiana, altrimenti il nome dei menu e
     dei pulsanti saranno diversi da ciò che vedrete effettivamente sullo
     schermo.


4.4. Preparare i file per il boot via rete con TFTP
---------------------------------------------------

     Se la vostra macchina è connessa a una rete locale, potrete effettuare
     il boot da un'altra macchina via rete, usando TFTP.  Se avete
     intenzione di avviare il sistema d'installazione da un'altra macchina,
     i file di boot dovranno essere collocati in determinate posizioni su
     di essa e dovrà essere configurata per supportare il boot della vostra
     specifica macchina.

     Dovrete configurare un server BOOTP , come pure uno TFTP.

     TFTP ("Trivial File Transfer Protocol") viene usato per passare
     l'immagine di boot al client.  In teoria può venir usato un qualsiasi
     server che implementi tale protocollo, su qualsiasi piattaforma.
     Negli esempi di questa sezione forniremo i comandi per SunOS 4.x,
     SunOS 5.x (cioè Solaris) e GNU/Linux.

4.4.1. Abilitare il server TFTP
-------------------------------

     Per poter utilizzare il server TFTP, dovrete per prima cosa
     assicurarvi che `tftpd' sia abilitato, di solito tramite la presenza
     della riga seguente in `/etc/inetd.conf':

          tftp dgram udp wait root /usr/etc/in.tftpd in.tftpd /tftpboot

     Date un'occhiata al file e annotatevi la directory usata come
     argomento di `in.tftpd', ne avrete bisogno più avanti.  L'argomento
     `-l' abilita su alcune versioni di `in.tftpd' la registrazione di
     tutte le richieste nei log di sistema, cosa utile nella diagnosi di
     eventuali errori nel boot.  Se avete dovuto modificare
     `/etc/inetd.conf', dovrete notificare l'avvenuta modifica del file al
     processo `inetd' in esecuzione.  Su una macchina Debian eseguite
     `/etc/init.d/netbase reload' (per potato/2.2 e sistemi più recenti
     usate `/etc/init.d/inetd reload').  Su altre macchine scoprite l'ID
     del processo `inetd' ed eseguite `kill -HUP <inetd-pid>'.

     Se il vostro server TFTP è una macchina GNU/Linux con kernel 2.4.X,
     dovrete lanciare quanto segue sul server:

          echo 1 > /proc/sys/net/ipv4/ip_no_pmtu_disc

     per disabilitare il "Path MTU discovery", altrimenti le PROM Indy non
     riusciranno a scaricare il kernel.  Inoltre assicuratevi che i
     pacchetti TFTP siano inviati da una porta sorgente minore di 32767, o
     lo scaricamento si pianterà dopo il primo pacchetto.  Ancora una volta
     Linux 2.4.X inciampa nel baco della PROM.  Potete aggirare il problema
     impostando in modo opportuno l'intervallo di porte sorgenti usate dal
     server TFTP Linux con

          echo "2048 32767" > /proc/sys/net/ipv4/ip_local_port_range

     .

4.4.2. Disporre le immagini TFTP al loro posto
----------------------------------------------

     A questo punto, collocate l'immagine di boot TFTP che vi serve,
     secondo quanto indicato in Sezione 11.2.3, `Descrizione dei file del
     sistema di installazione', nella directory appropriata per `tftpd'.
     In genere si tratterà di `/tftpboot'.  Dovrete creare un link da tale
     file a quello che `tftpd' userà per fare il boot di un particolare
     client.  Sfortunatamente il nome del file è deciso dal client TFTP e
     non ci sono standard veri e propri.

     Spesso il file che il client TFTP andrà a cercare sarà
     <ip-del-client-in-esadecimalearchitettura-del-client>.  Per calcolare
     <ip-del-client-in-esadecimale>, prendete ciascun byte dell'indirizzo
     IP del client e traducetelo in notazione esadecimale.  Potete
     eventualmente usare il programma `bc' allo scopo.  Per prima cosa date
     il comando `obase=16' per impostare l'output in esadecimale, quindi
     introducete i singoli numeri che compongono l'IP del client uno alla
     volta.  Per quanto riguarda <architettura-del-client>, sperimentate
     alcuni valori.

     Una volta determinato il nome, create il link in questo modo: `ln
     /boot/tftpboot.img /boot/<nome-del-file>'.

     _NOT YET WRITTEN_

4.4.3. Installare con TFTP e NFS Root
-------------------------------------

     E` prossimo a "Installazione TFTP per sistemi con poca memoria" perché
     rispetto a questo non volete più caricare il disco RAM ma fare il boot
     dal file system nfs-root appena creato.  Dovete quindi rimpiazzare il
     link simbolico all'immagine tftpboot con un link simbolico
     all'immagine del kernel (p.e.  linux-a.out).  La mia esperienza di
     boot via rete è basata esclusivamente su RARP/TFTP, che richiede che
     tutti i demoni si trovino sullo stesso server (la workstation sparc
     invia una richiesta tftp al server in seguito all risposta che
     quest'ultimo ha dato a una sua richiesta rarp).  In ogni caso, Linux
     supporta anche il protocollo BOOTP, ma non so come vada configurato
     :-(( Serve che sia documentato in questo manuale?

     Per fare il boot della macchina client, andate a Sezione 5.4, `Fare il
     boot da TFTP'.


4.5. Installazioni automatiche
------------------------------

     Per installazioni multiple è possibile usare `FAI' ("Fully Automatic
     Installation", Installazione Completamente Automatizzata).  Il
     pacchetto Debian `fai' dev'essere installato su un elaboratore,
     chiamato server di installazione.  Indi tutti i client d'installazione
     effettuano il boot tramite scheda di rete o dischetto e
     automaticamente installano Debian sui dischi locali.


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5. Avvio del sistema di installazione
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     Lasciando perdere le limitazioni di sistemi specifici, in generale
     potrete avviare il sistema d'installazione da un CD-ROM Debian
     GNU/Linux da dischetti, da una partizione su un disco fisso o da
     un'altra macchina via rete locale.


5.1. I parametri di boot
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     I parametri di boot sono in realtà parametri del kernel, usati in
     genere per assicurarsi che le periferiche vengano gestite
     correttamente.  Nella maggior parte dei casi il kernel può rilevare da
     solo le informazioni necessarie sulle periferiche del vostro sistema,
     ma in alcuni casi dovrete aiutarlo un pochino.

     Sulle SGI Indy potete aggiungere parametri di boot al comando
     `bootp():' nel command monitor.

     Potete dare il percorso e il nome del file da cui fare il boot di
     seguito al comando `bootp():', in caso non ne abbiate fornito uno
     attraverso il server bootp/dhcp.  Esempio:
     `bootp():/boot/tftpboot.img'

     Informazioni complete sui parametri di boot si trovano nel Linux
     BootPrompt HOWTO (http://www.tldp.org/HOWTO/BootPrompt-HOWTO.html);
     questa sezione contiene solo accenni ai parametri più importanti.

     Se è questa la prima volta che state avviando il sistema, provate con
     i parametri di boot di default (cioè non tentate di impostare
     alcunché) e state a vedere se funziona correttamente, come
     probabilmente accadrà.  In caso ciò non accada, potrete riavviare il
     sistema più avanti e cercare i parametri adatti ad informare il
     sistema dell'hardware presente.

     All'avvio del kernel dovrebbe apparire un messaggio `Memory:
     <avail>k/<totale>k available', quasi all'inizio del processo; <totale>
     dovrebbe corrispondere alla RAM totale in kilobyte.  Se non è così,
     dovrete usare il parametro `mem=<ram>', dove <ram> è la quantità di
     RAM, seguita da "k" per i kilobyte o "m"' per i megabyte.  Ad esempio,
     sia `mem=65536k' che `mem=64m' stanno per 64 MB di RAM.

     Se avete un monitor monocromatico usate l'argomento di boot `mono',
     altrimenti l'installazione per default userebbe i colori.

     Se state facendo il boot con una console seriale, in genere il kernel
     lo rileverà da sé.  Se avete una scheda video (framebuffer) ed anche
     una tastiera collegati all'elaboratore che volete avviare dalla
     console seriale, dovrete passare al kernel l'argomento
     `console=<device>', dove <device> è il dispositivo seriale, di solito
     una cosa tipo "ttyS0".

     Ripetiamo ancora una volta che tutti i dettagli sui parametri di boot
     si possono trovare nel Linux BootPrompt HOWTO
     (http://www.tldp.org/HOWTO/BootPrompt-HOWTO.html), compresi
     suggerimenti per hardware esotico.  Le soluzioni di alcuni grattacapi
     comuni si trovano più sotto, in Sezione 5.5, `Risolvere eventuali
     problemi del processo d'installazione'.

5.1.1. Argomenti per `dbootstrap'
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     Il sistema di installazione riconosce alcuni argomenti che potrebbero
     risultare utili.

     quiet
          Fa sì che il sistema di installazione sopprima i messaggi di
          conferma e cerchi di fare le cose giuste senza far storie.  Se
          avete sufficiente familiarità con ciò che il sistema di
          installazione si aspetta, è un'opzione simpatica che lo rende
          meno prolisso.

     verbose
          Pone ancora più domande del normale.

     debug
          Invia messaggi supplementari di debug al log del sistema di
          installazione (si veda Sezione 5.6.1, `Usare la shell ed
          esaminare i log'), compresi tutti i comandi utilizzati.

     bootkbd=<...>
          Preseleziona la tastiera che volete usare, p.e.
          `bootkbd=qwerty/us'.

     mono
          Usa la monocromia invece dei colori.


5.2. Fare il boot da un CD-ROM
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     Prestate attenzione al fatto che alcuni lettori CD potrebbero
     richiedere driver speciali e quindi risultare inaccessibili nelle
     tappe iniziali dell'installazione.  Se diventa evidente che il modo
     standard per fare il boot da CD non funziona con il vostro hardware,
     rileggete questo capitolo per scoprire kernel e metodi d'installazione
     alternativi che possano andar bene per voi.

     Anche se non potete farci il boot, potrete probabilmente usare i
     CD-ROM per installare i componenti del sistema Debian e qualunque
     pacchetto vogliate.  Sarà sufficiente fare il boot usando altri mezzi,
     come ad esempio i dischetti.  Quando sarà il momento di installare il
     sistema operativo, quello di base e i pacchetti aggiuntivi, fate
     puntare il sistema di installazione al lettore CD.

     Se avete problemi a fare il boot, consultate Sezione 5.5, `Risolvere
     eventuali problemi del processo d'installazione'.


5.3. Fare il boot da dischetti
------------------------------

     Se avete problemi a fare il boot, consultate Sezione 5.5, `Risolvere
     eventuali problemi del processo d'installazione'.

     Se avete problemi a fare il boot, consultate Sezione 5.5, `Risolvere
     eventuali problemi del processo d'installazione'.

     Se avete problemi a fare il boot, consultate Sezione 5.5, `Risolvere
     eventuali problemi del processo d'installazione'.


5.4. Fare il boot da TFTP
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     Per fare il boot via rete è necessario che abbiate una connessione di
     rete supportata dai dischetti di boot, un server BOOTP e un server
     TFTP.  Il metodo di installazione per supportare il boot via TFTP è
     descritto in Sezione 4.4, `Preparare i file per il boot via rete con
     TFTP'.

     Dopo essere entrati nel command monitor, date

          bootp(): root=/dev/ram0

     sulle SGI Indy per fare il boot di Linux e iniziare l'installazione
     del software Debian.  Per far funzionare il tutto, potreste dovere
     rimuovere la variabile di ambiente `netaddr'.  Per farlo, digitate:

          unsetenv netaddr

     nel command monitor.


5.5. Risolvere eventuali problemi del processo d'installazione
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5.5.1. Affidabilità dei dischetti
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     Il problema più grosso per chi installa Debian per la prima volta
     sembra essere l'affidabilità dei dischetti.

     Il dischetto di recupero è quello che dà i problemi peggiori, poiché
     viene letto direttamente dall'hardware, prima che Linux si avvii.
     Spesso l'hardware non è in grado di leggere il dischetto in maniera
     affidabile quanto il driver Linux, potrebbe anche bloccarsi senza
     stampare a video alcun messaggio di errore in caso legga dati errati.
     Ci possono anche errori sui dischetti dei driver, che per la maggior
     parte si rendono evidenti causando una marea di messaggi di errori di
     I/O sul disco.

     Se l'installazione si pianta mentre usate un particolare dischetto, la
     prima cosa che dovreste fare è riscaricare l'immagine e scriverla su
     un dischetto _diverso_.  Potrebbe risultare insufficiente limitarsi a
     riformattare il vecchio dischetto e riscriverlo, anche ove non si
     manifestassero errori nel farlo.  Qualche volta risulta utile
     utilizzare un altro sistema per scrivere sul dischetto.

     Un utente ha riferito di aver dovuto scrivere _tre_ volte le immagini
     su dischetti diversi prima che uno funzionasse, alla fine con il terzo
     dischetto tutto andò bene.

     Altri utenti hanno riferito di essere riusciti a fare il boot
     insistendo per un po' nei tentativi, sempre con lo stesso dischetto.
     Tutto ciò è dovuto ad errori, anche minimi, nell'hardware e nel
     firmware dei lettori di dischetti.

5.5.2. Configurazione di boot
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     Se avete problemi e il kernel si pianta durante il processo di boot,
     non riconosce correttamente periferiche o drive presenti nel sistema,
     la prima cosa da verificare sono i parametri di boot, come discusso in
     Sezione 5.1, `I parametri di boot'.

     Spesso i problemi si possono risolvere rimuovendo add-on e periferiche
     e tentando di nuovo il boot.

     Ci sono in ogni caso alcune limitazioni proprie della serie di
     dischetti Debian nel supporto all'hardware.  Alcune piattaforme sono
     supportate da Linux, ma potrebbero non esserlo direttamente dai
     dischetti di boot Debian.  In casi simili, potreste dovervi creare un
     dischetto di recupero personalizzato (si veda Sezione 10.3,
     `Sostituire il kernel del dischetto di recupero') o passare a
     un'installazione via rete.

     Se avete molta memoria installata sulla macchina, più di 512 MB, e
     l'installer si pianta mentre avvia il kernel, potreste dover
     aggiungere un argomento di boot per limitare la quantità di memoria
     vista dal kernel, per esempio `mem=512m'.

5.5.3. Interpretare i messaggi di avvio del kernel
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     Durante la sequenza di boot potreste vedere molti messaggi nella forma
     `can't find XXX', `XXX not present', `can't initialize XXX' o anche
     `this driver release depends on XXX'.  La maggior parte di questi
     messaggi sono innocui, compaiono solo perché il kernel del sistema di
     installazione è stato compilato per funzionare su macchine con molti
     tipi di periferiche.  Ovviamente non possono essere tutte presenti sul
     vostro sistema, quindi il sistema operativo potrebbe emettere dei
     messaggi in cui si lamenta di non aver trovato delle periferiche che
     effettivamente non ci sono.  Potreste anche assistere a delle brevi
     pause durante l'avvio del kernel, causate dalla vana attesa di
     risposta da parte di un dispositivo non presente sul sistema.  Se
     trovate che il tempo di boot sia troppo lungo, più avanti potrete
     creare un kernel personalizzato (si veda Sezione 9.4, `Compilazione
     del kernel').

5.5.4. Riferire problemi con `dbootstrap'
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     Se riuscite a passare la fase iniziale di boot ma non potete
     completare l'installazione, la voce di menù "Report di un problema" di
     `dbootstrap' potrebbe tornare utile.  Essa creerà un file
     `dbg_log.tgz' su un dischetto, su disco fisso o su un file system
     montato tramite NFS.  `dbg_log.tgz' conterrà in dettaglio lo stato del
     sistema (`/var/log/messages', `/proc/cpuinfo' ecc.).  Può quindi
     fornire indizi utili a capire che cosa sia andato storto e come
     rimediare.  Se vorrete presentare un bug report, farete bene ad
     allegare questo file.

5.5.5. Come presentare un bug report
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     Se non riuscite a risolvere qualche problema, potete presentare un bug
     report.  Inviate un'email a <submit@bugs.debian.org>.  Dovete
     assolutamente copiare all'inizio dell'email quanto segue:

          Package: boot-floppies
          Version: <versione>

     Assicuratevi di sostituire <versione> con la versione di
     `boot-floppies' usata.  Se non sapete qual'è, usate la data del giorno
     in cui avete scaricato `boot-floppies' e la distribuzione (p.e.
     "stable", "frozen", "woody").

     Nel vostro bug report dovreste inserire anche le seguenti
     informazioni:

architecture:  mips
model:         <marca e modello del vostro sistema>
memory:        <quantità di RAM>
scsi:          <controller SCSI, ove presente>
cd-rom:        <modello del CD-ROM e tipo d'interfaccia, p.e. ATAPI>
network card:  <scheda di rete, ove presente>
pcmcia:        <informazioni dettagliate su eventuali dispositivi PCMCIA>

     A seconda della natura del baco, potrebbe essere utile riferire: il
     tipo di disco su cui state installando (IDE o SCSI) e la sua capacità,
     altri dispositivi periferici (ad es.  schede audio) e modello della
     scheda video.

     Nel bug report descrivete il tipo di problema e riportate gli ultimi
     messaggi visibili del kernel in caso si tratti di blocco del kernel.
     Descrivete inoltre in dettaglio i passi che hanno portato al
     manifestarsi del problema.


5.6. Introduzione a `dbootstrap'
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     `dbootstrap' è il nome del programma che viene avviato dopo il boot
     nel sistema di installazione.  E` responsabile della configurazione
     iniziale del sistema e dell'installazione del sistema di base.

     Il compito principale di `dbootstrap', e scopo della configurazione
     iniziale, è configurare gli elementi essenziali del vostro sistema.
     Ad esempio, potreste aver bisogno di usare particolari moduli del
     kernel, cioè driver lincati nel kernel.  Tra di essi si trovano driver
     per memorie di massa, schede di rete, driver di supporto per lingue
     particolari e per altre periferiche che non sono automaticamente
     supportate dal kernel usato.

     Anche il partizionamento e la formattazione dei dischi e la
     configurazione della rete sono agevolati da `dbootstrap'.  Si tratta
     di configurazioni fondamentali che vengono fatte per prime, dato che
     spesso sono necessarie al corretto funzionamento del sistema.

     `dbootstrap' è un'applicazione priva di ricercatezze, testuale,
     progettata per la massima compatibilità in tutte le situazioni (p.e.
     installazioni su una linea seriale).  E` è molto facile da usare e vi
     guiderà attraverso ciascun passo del processo di installazione in
     sequenza.  Vi permetterà anche di tornare indietro e ripetere alcuni
     passi qualora vi accorgeste di aver fatto un errore.

     Per la navigazione all'interno di `dbootstrap' vengono usati i tasti
     freccia, _Invio_ e _Tab_.

5.6.1. Usare la shell ed esaminare i log
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     Se già avete esperienza di sistemi Unix o Linux, premete _Alt Sin-F2_
     (cioè il tasto _Alt_ a sinistra della barra spaziatrice insieme al
     tasto funzione _F2_) per passare alla seconda _console virtuale_, cioè
     una finestra separata in cui gira una shell di tipo Bourne chiamata
     `ash'.  A questo punto dell'installazione il sistema gira nel ramdisk
     e potete usare solo un insieme limitato di utility Unix.  Potete
     vedere i comandi disponibili con `ls /bin /sbin /usr/bin /usr/sbin'.
     Usate i menù per portare a termine tutto ciò che potete fare con essi:
     la shell e i comandi servono solo in caso qualcosa vada storto.  In
     particolare dovreste usare sempre i menù, non la shell, per attivare
     la partizione di swap, poiché il programma non sarebbe in grado di
     rilevare che l'avete già fatto dalla shell.  Premete _Alt Sin-F1_ per
     tornare ai menù.  Linux dà la possibilità di usare fino a 64 console
     virtuali, anche se il dischetto di recupero ne usa molto poche.

     I messaggi di errore vengono rediretti nella terza console virtuale
     (conosciuta come `tty3'), vi potete accedere premendo _Alt Sin-F3_
     (premete il tasto _Alt_ assieme al tasto funzione _F3_).  Per tornare
     a `dbootstrap' usate _Alt Sin-F1_.

     Sono gli stessi messaggi che finiscono in `/var/log/messages'.
     Terminata l'installazione, il log viene copiato in
     `/var/log/installer.log'.


5.7. Note sulla release
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     La prima schermata che vi verrà presentata da `dbootstrap' conterrà le
     note sulla release, cioè informazioni sulla versione del pacchetto
     `boot-floppies' che state usando e un compendio a uso degli
     sviluppatori.


5.8. ``Menu principale installazione Debian GNU/Linux''
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     Potreste vedere una finestra di dialogo che riporta ``Il programma di
     installazione sta determinando lo stato attuale del sistema e il
     successivo passo di installazione che deve essere compiuto.'', anche
     se su alcuni sistemi il processo andrà avanti troppo velocemente per
     poter essere seguito.  Rivedrete questa finestra tra i vari passi del
     menù principale, dato che il programma di installazione, `dbootstrap',
     verificherà lo stato del sistema tra un passo e l'altro.  Ciò permette
     di far ripartire l'installazione senza perdere il lavoro già fatto, in
     caso dobbiate fermare il sistema nel mezzo del processo di
     installazione.  Se dovrete far ripartire un'installazione, vi sarà
     quindi sufficiente riconfigurare la tastiera, riattivare le partizioni
     di swap e rimontare eventuali dischi già inizializzati, mentre tutto
     il resto di ciò che avete fatto con il sistema di installazione sarà
     stato salvato.

     Durante l'intero processo di installazione sarà visibile il menù
     principale, intitolato ``Menu principale installazione Debian
     GNU/Linux''.  Le scelte visualizzate in cima al menù cambieranno,
     indicando l'avanzamento dell'installazione.  Phil Hughes ha scritto su
     Linux Journal (http://www.linuxjournal.com/) che potreste insegnare a
     un _pollo_ ad installare Debian, dato che basta _beccare_ il tasto
     _Invio_.  La prima voce del menù di installazione è l'azione
     successiva da eseguire, a seconda di ciò che il sistema ha rilevato
     come già fatto.  Dovrebbe essere indicato come ``Successivo'' e farà
     sì che venga intrapreso il passo successivo dell'installazione.


5.9. ``Configurazione tastiera''
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     Assicuratevi che sia evidenziata la voce ``Successivo'' e premete
     _Invio_ per accedere al menù di configurazione della tastiera.  Usando
     i tasti freccia selezionate la tastiera con il layout dei tasti
     corrispondente alla vostra lingua o qualcosa di simile, se quella che
     desiderate non è disponibile.  Portata a termine l'installazione del
     sistema, potrete scegliere una tastiera da un insieme più ampio di
     possibilità (come root, lanciate `kbdconfig').

     Selezionate il tipo di tastiera desiderato e premete _Invio_.  Per
     spostare la selezione usate i tasti freccia, che si trovano nello
     stesso posto, indipendentemente dal layout della tastiera.

     Se state installando una macchina senza disco, alcuni dei passi
     seguenti verranno saltati, dato che non ci sono dischi locali da
     partizionare.  In tal caso, il prossimo passo sarà Sezione 7.6,
     ```Configurazione della rete''', dopo di ché vi verrà chiesto di
     montare la partizione root in NFS, in Sezione 6.8, ```Mount di una
     partizione già inizializzata'''.


5.10. E` la vostra ultima possibilità!
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     Vi avevamo detto di fare il backup dei dischi?  Ora avrete l'ultima
     possibilità di salvare i contenuti del vostro vecchio sistema.  Se non
     avete ancora fatto il backup dei vostri dischi, rimuovete il dischetto
     dal lettore, reinizializzate il sistema e lanciate il programma di
     backup.


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6. Partizionare per Debian
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     La voce di menù ``Partizionamento disco fisso'' vi presenta un elenco
     dei dischi che potete partizionare e lancia un applicativo per
     effettuare il partizionamento.  Dovrete creare come minimo una
     partizione Linux nativa (tipo 83), probabilmente avrete bisogno anche
     di una partizione Linux di swap (tipo 82).


6.1. Decidere le partizioni Debian e le loro dimensioni
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     Come minimo, GNU/Linux ha bisogno di una partizione per sé.  Potete
     usare una singola partizione per ospitare l'intero sistema operativo,
     le applicazioni e i vostri file personali.  Molti pensano che sia
     necessaria anche una partizione di swap separata, sebbene ciò non sia
     propriamente vero.  Lo "swap" permette al sistema operativo di usare
     la memoria a basso costo dei dischi fissi come "memoria virtuale".
     Collocando lo swap in una partizione separata, Linux può farne un uso
     molto più efficiente.  E` possibile, ma non raccomandato, forzare
     Linux a usare come swap un normale file.

     La maggior parte delle volte comunque si sceglie di utilizzare per
     GNU/Linux un numero di partizioni maggiore di quello minimo
     necessario.  Ci sono due ragioni per cui potreste voler suddividere il
     file system in un certo numero di partizioni più piccole.  La prima è
     la sicurezza.  Usando tale precauzione, in caso succeda qualcosa e il
     file system si corrompa nella maggior parte dei casi verrà colpita una
     sola partizione.  Sarà quindi necessario rimpiazzare solo una parte
     del vostro sistema (dai backup che mantenete con cura, si spera).
     Come minimo dovrete tenere presente di creare quella che viene
     comunemente chiamata "partizione root".  Essa contiene i componenti
     davvero essenziali del sistema.  In caso venga corrotta qualunque
     altra partizione, grazie ad essa sarete ancora in grado di fare il
     boot in GNU/Linux per mettere a posto le cose, evitando di dover
     reinstallare il sistema da zero.

     La seconda ragione di solito è rilevante più che altro in ambito
     aziendale, ma in realtà dipende dall'uso che fate della macchina.
     Supponete che qualcosa vada fuori controllo e inizi a consumare spazio
     sul disco.  Se il processo all'origine del problema ha privilegi di
     root (il sistema mantiene una percentuale del disco al di fuori del
     controllo degli utenti comuni), potreste ritrovarvi con gravi carenze
     di spazio disco, cosa molto pericolosa, dato che il S.O.  usa file
     reali (oltre allo spazio swap) per un sacco di cose.  In alcuni casi
     potrebbe anche non trattarsi di un problema di origine locale, ad
     esempio potreste venir bersagliati da una grande quantità di spam che
     potrebbe andare a riempire una partizione.  Utilizzando più di una
     partizione proteggerete quindi il sistema da molti problemi di questo
     tipo.  Usando ancora una volta l'esempio della posta, mettendo
     `/var/mail' in una partizione a sé stante, il grosso del sistema
     continuerebbe a funzionare anche dopo aver ricevuto un'enorme quantità
     di spam.

     L'unico vero inconveniente nell'usare più partizioni è che spesso è
     difficile sapere in anticipo quali saranno le proprie necessità.  Se
     fate una partizione troppo piccola, allora dovrete reinstallare il
     sistema, oppure vi toccherà spostare di continuo dei file per
     liberarvi spazio.  D'altra parte, se fate una partizione troppo grande
     sprecherete spazio che potrebbe essere usato meglio per altre cose.
     Lo spazio su disco costa ormai molto poco, ma è sempre un peccato
     sprecarlo.


6.2. L'albero delle Directory
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     Linux Debian aderisce al Filesystem Hierarchy Standard
     (http://www.pathname.com/fhs/) per la denominazione di directory e
     file.  Tale standard permette agli utenti e ai programmi di conoscere
     in anticipo la collocazione di file e directory.  La directory a
     livello radice è rappresentata semplicemente con `/'.  A livello
     radice, tutti i sistemi Debian includono le seguenti directory:

       bin       comandi binari indispensabili
       boot      file statici per il boot loader
       dev       file di device
       etc       configurazione particolare del sistema
       home      directory personali degli utenti
       lib       librerie condivise essenziali e moduli del kernel
       mnt       mount point per montare temporaneamente un file system
       proc      directory virtuale per informazioni sul sistema
       root      directory personale dell'utente root
       sbin      binari di sistema essenziali
       tmp       file temporanei
       usr       gerarchia secondaria
       var       dati variabili

     Segue una lista di considerazioni importanti su directory e
     partizioni.

        * La partizione root `/' deve sempre contenere fisicamente `/etc',
          `/bin', `/sbin', `/lib' e `/dev', altrimenti non sarete in grado
          di avviare il sistema.  Tipicamente sono necessari 100 MB per la
          partizione root, ma questo valore può variare.

        * `/usr': in questa directory risiedono tutti i programmi utente
          (`/usr/bin') e le relative librerie (`/usr/lib'), documentazione
          (`/usr/share/doc'), ecc.  Questa parte del file system ha bisogno
          della maggior parte dello spazio necessario.  Dovreste assegnarle
          almeno 500 MB, ma se pensate di installare molti pacchetti
          dovreste dargliene di più.

        * `/home': i singoli utenti metteranno i propri dati in una
          sottodirectory di questa directory.  La dimensione da assegnarle
          dipende quindi da quanti utenti utilizzeranno il sistema e da
          quanti file verranno memorizzati nelle loro directory personali.
          A seconda dell'uso che intendete fare del sistema, dovreste
          riservare circa 100 MB per ciascun utente, ma adattate pure
          questo valore alle vostre necessità.

        * `/var': tutti i dati variabili, come le news, le email, i siti
          web, la cache di APT ecc.  verranno posti in questa directory.
          La sua dimensione dipende molto dell'uso dell'elaboratore, ma
          nella maggior parte dei casi il fattore da tenere in
          considerazione sarà il carico di lavoro del programma di gestione
          dei pacchetti.  Se avete intenzione di fare un'installazione
          completa di tutto ciò che Debian ha da offrire, il tutto in una
          singola sessione, vi dovrebbero essere sufficienti 2-3 GB di
          spazio per `/var'.  Se farete un pezzo per volta (per dire,
          installando prima i servizi e le utility, poi X, ...), dovrebbero
          bastarvi 300-500 MB.  Se lo spazio disco vi è prezioso e non
          pensate di usare APT, o almeno non per gli aggiornamenti
          principali, per cavarvela potrebbero bastarvi 30-40 MB in `/var'.

        * `/tmp': se un programma crea dati temporanei, molto probabilmente
          li metterà in `/tmp'.  Dovrebbero bastare 20-50 MB.


6.3. Schema di partizionamento raccomandato
-------------------------------------------

     Per nuovi utenti di Debian, macchine personali, sistemi domestici e
     altre configurazioni monoutente, una singola partizione `/' (più
     quella di swap) è probabilmente la cosa migliore e più semplice.
     Nondimeno in tal modo potreste avere dei problemi con dischi molto
     grandi (da 20 GB in su).  Sulla base di limitazioni nel funzionamento
     di ext2, farete meglio ad evitare partizioni singole più grandi di 6
     GB.

     Per sistemi multiutente, la cosa migliore è porre `/usr', `/var',
     `/tmp' e `/home' in partizioni separate tra di loro, a loro volta
     separandole dalla partizione `/'.

     Se pensate di installare molti programmi che non fanno parte della
     distribuzione Debian, potreste aver bisogno di una partizione
     `/usr/local' separata.  Se la vostra macchina farà da server di posta,
     potreste aver bisogno di tenere `/var/mail' su una partizione
     autonoma.  E` spesso una buona idea porre `/tmp' in una partizione
     riservata, di 20-50 MB per dire.  Se state configurando un server con
     un sacco di account utenti, sarebbe auspicabile avere una partizione
     `/home' autonoma e di dimensioni generose.  In generale, lo schema di
     partizionamento ottimale varia a seconda della destinazione d'uso
     della macchina.

     Per sistemi molto complessi, fareste bene a consultare il Multi Disk
     HOWTO (http://www.tldp.org/HOWTO/Multi-Disk-HOWTO.html) (in italiano
     Multi Disk HOWTO
     (http://ildp.pluto.linux.it/HOWTO/Multi-Disk-HOWTO.html) NdT).
     Contiene informazioni approfondite, che potrebbero risultare
     interessanti per provider e amministratori di server.

     Riguardo la questione della dimensione appropriata per la partizione
     di swap, ci sono molti punti di vista.  Una regola empirica di
     successo è usare uno spazio di swap pari alla memoria del sistema.
     Nella maggior parte dei casi non dovrebbe essere comunque minore di 16
     MB.  Naturalmente vi sono delle eccezioni.  Se state tentando di
     risolvere un sistema di 10000 equazioni su una macchina con 256 MB di
     memoria, potreste aver bisogno di 1 GB (o più) di swap.

     Sulle architetture a 32 bit (i386, m68k, SPARC 32 bit e PowerPC), la
     dimensione massima di una partizione di swap è 2 GB.  Per Alpha e
     SPARC64 il limite è talmente grande da essere virtualmente
     inesistente.  Dovrebbe essere sufficiente per quasi tutte le
     installazioni.  In ogni caso, se vi dovesse servire così tanto swap
     dovreste probabilmente tentare di suddividerlo su dischi diversi
     (chiamati anche "spindle") e, ove possibile, su canali SCSI o IDE
     distinti.  Il kernel bilancerà l'utilizzo dello swap tra le partizioni
     di swap multiple, garantendo prestazioni migliori.

     Come esempio concreto, la macchina che uno degli autori utilizza a
     casa ha 32 MB di RAM e un disco IDE di 1,7 GB su `/dev/hda'.  C'è
     inoltre una partizione da 500 MB riservata ad un altro sistema
     operativo su `/dev/hda1' (dovrebbe venir ridotta a 200 MB, dato che
     non viene mai usata).  Su `/dev/hda3' c'è una partizione di swap di 32
     MB, mentre il resto (circa 1,2 GB su `/dev/hda2') è la partizione
     Linux.

     Per ulteriori esempi, leggete Partitioning Strategies
     (http://www.tldp.org/HOWTO/mini/Partition/partition-5.html#SUBMITTED).

6.3.1. Requisiti del boot loader riguardo le partizioni
-------------------------------------------------------

     Le SGI Indy richiedono una disk label SGI affinché il sistema sia
     avviabile dal disco fisso.  La si può creare dal menù expert di fdisk.
     L'header di volume così creato dovrebbe essere di almeno 3 MB.  Se
     intendete conservarci kernel diversi sarebbero meglio 10 MB.  Se
     l'header di volume creato risulta troppo piccolo, potete semplicemente
     cancellare la partizione numero 9 e rifarla con dimensioni diverse.
     Tenete presente che l'header di volume deve partire dal settore 0.


6.4. Nomi di device in Linux
----------------------------

     I nomi dati da Linux a dischi e partizioni possono essere diversi da
     quelli usati da altri sistemi operativi.  Avete bisogno di conoscere i
     nomi usati da Linux quando create e montate partizioni.  Ecco lo
     schema di denominazione di base:

        * Il primo lettore di dischetti è chiamato "/dev/fd0".

        * Il secondo lettore di dischetti è chiamato "/dev/fd1".

        * Il primo disco SCSI (cioè quello con ID SCSI più basso) è
          chiamato "/dev/sda".

        * Il secondo disco SCSI (vedi sopra) è chiamato "/dev/sdb" e così
          via.

        * Il primo SCSI CD-ROM è chiamato "/dev/scd0" o "/dev/sr0".

        * Il disco master sul controller IDE primario è chiamato
          "/dev/hda".

        * Il disco slave sul controller IDE primario è chiamato "/dev/hdb".

        * I dischi master e slave del controller secondario si chiamano
          rispettivamente "/dev/hdc" e "/dev/hdd".  I controller IDE più
          recenti possono avere due canali, che si comportano
          effettivamente come due controller separati.

     Le partizioni presenti su ciascun disco vengono indicate aggiungendo
     un numero decimale al nome del disco: "sda1" e "sda2" rappresentano le
     prime due partizioni del primo disco SCSI del sistema.

     Ecco un esempio realistico: supponiamo che abbiate un sistema con due
     dischi SCSI, uno all'indirizzo 2 e l'altro al 4.  Il primo disco
     (quello all'indirizzo 2) si chiamerà "sda", il secondo "sdb".  Se il
     disco "sda" ospita tre partizioni, si chiameranno "sda1", "sda2" e
     "sda3".  Lo stesso vale per il disco "sdb" e le sue partizioni.

     Tenete presente che se nel sistema ci sono due host bus adapter SCSI
     (cioè due controller) l'ordine dei dischi può diventare confuso.  La
     soluzione migliore in tal caso è controllare i messaggi di boot,
     supposto che conosciate il modello o le capacità dei dischi.


6.5. Programmi Debian di partizionamento
----------------------------------------

     Gli sviluppatori Debian hanno adattato una moltitudine di programmi di
     partizionamento diversi affinché funzionino sui vari tipi di dischi
     fissi ed architetture.  Segue un'elenco dei programmi utilizzabili
     sulla vostra architettura.

     `fdisk'
          Il programma di partizionamento originale di Linux, ottimo per i
          guru; consultate la pagina di manuale di fdisk (fdisk.txt).

          Se sulla vostra macchina ci sono già partizioni FreeBSD, fate
          molta attenzione.  I kernel dell'installazione le supportano, ma
          il modo in cui `fdisk' (non) le rappresenta può causare
          differenze nei nomi di device.  Consultate il Linux+FreeBSD HOWTO
          (http://www.tldp.org/HOWTO/mini/Linux+FreeBSD-2.html).

     `cfdisk'
          Un programma semplice da usare, a pieno schermo, adatto a chi
          guru non è; consultate la pagina di manuale di cfdisk
          (cfdisk.txt).

          Tenete presente che `cfdisk' è del tutto incapace di lavorare con
          le partizioni FreeBSD e quindi, ancora una volta, cio potrebbe
          causare delle differenze nei nomi di device.

     Uno di questi programmi verrà lanciato per default quando
     selezionerete ``Partizionamento disco fisso''.  Se non è quello che
     volete voi, chiudete il programma di partizionamento, passate alla
     shell sulla seconda console virtuale (tty2) e lanciate manualmente il
     nome del programma che preferite usare (con eventuali argomenti, ove
     necessari).  Poi saltate il passo ``Partizionamento disco fisso'' in
     `dbootstrap' e continuate dal passo successivo.


6.6. ``Inizializza e attiva una partizione di swap''
----------------------------------------------------

     Sarà questo il passo successivo alla creazione delle partizioni.
     Potrete scegliere di inizializzare ed attivare una nuova partizione di
     swap, attivarne una già inizializzata o fare a meno di una partizione
     di swap.  E` sempre possibile reinizializzare una partizione di swap,
     quindi selezionate ``Inizializza e attiva una partizione di swap'', a
     meno che non siate sicuri di quello che state facendo.

     Scegliendo questa voce di menù vi verrà presentata innanzitutto una
     finestra di dialogo ``Si selezioni la partizione da attivare come
     swap.''.  Per default vi dovrebbe venir proposta la partizione di swap
     che avete già impostato; in tal caso basterà premere _Invio_.

     Vi sarà richiesta una conferma, dato che l'inizializzazione
     distruggerà eventuali dati contenuti nella partizione.  Se è tutto a
     posto, scegliete ``Sì''.  Lo schermo lampeggerà mentre il programma di
     inizializzazione lavora.

     Vi raccomandiamo caldamente di predisporre una partizione di swap, ma
     se insistete potete farne a meno, basta che abbiate più di 16MB di
     RAM.  Se volete farne a meno, selezionate la voce ``Continuare senza
     partizione di swap'' dal menù.


6.7. ``Inizializzazione di una partizione Linux''
-------------------------------------------------

     A questo punto la prossima voce del menù dovrebbe essere
     ``Inizializzazione di una partizione Linux''.  Se non è così, è perché
     non avete completato il processo di partizionamento del disco o non
     avete scelto una delle voci di menù relative alla partizione di swap.

     Potete inizializzare una partizione Linux o, in alternativa, montare
     una già inizializzata in precedenza.  Tenete presente che `dbootstrap'
     _non_ può aggiornare un vecchio sistema senza distruggerlo.  Se state
     facendo un aggiornamento, non avete bisogno di usare `dbootstrap',
     dato che Debian può farlo da sé con altri mezzi.  Per informazioni su
     come aggiornare il sistema a Debian 3.0, leggete le Istruzioni per
     l'aggiornamento
     (http://www.debian.org/releases/woody/mips/release-notes/).

     Quindi, se state usando delle vecchie partizioni che non sono vuote e
     volete sbarazzarvi del loro contenuto, vi conviene inizializzarle,
     cancellando in tal modo tutti i file.  Inoltre dovrete inizializzare
     tutte le partizioni che avete creato durante il partizionamento.  La
     sola ragione per montare una partizione senza inizializzarla a questo
     punto è che si tratti di una partizione sulla quale avete già svolto
     alcune parti del processo di installazione usando la stessa serie di
     dischetti.

     Scegliete ``Inizializzazione di una partizione Linux'' per
     inizializzare e montare la partizione `/'.  La prima partizione che
     monterete o inizializzerete sarà quella montata come `/' (si pronuncia
     "slash", è la partizione root, o "radice").

     Vi verrà chiesto se preservare la ``Compatibilità con i kernel
     precedenti al 2.2?''.  Se rispondete ``No'' non potrete usare i kernel
     2.0 o precedenti, dato che il file system abiliterà alcune
     caratteristiche non supportate da tali kernel.  Se siete sicuri che
     non avrete mai bisogno di utilizzare un kernel 2.0 o precedente,
     rispondete ``No'', in modo da godere di qualche beneficio, seppur
     minimo.

     Vi verrà chiesto inoltre se ricercare i blocchi danneggiati.  Per
     default viene proposto di saltare la ricerca, perché prende molto
     tempo e i controller moderni sono comunque in grado di rilevare
     internamente i blocchi danneggiati e fronteggiare eventuali problemi
     con essi.  Se non siete sicuri della qualità dei vostri dischi o se
     avete un sistema vecchio, potrebbe essere il caso di avviare la
     ricerca.

     I prompt successivi sono solo richieste di conferma delle vostre
     azioni, doverose, dato che l'inizializzazione distruggerà tutti i dati
     della partizione.  Vi s'informerà inoltre che la partizione verrà
     montata come `/', la partizione root.  [1]

     Una volta montata la partizione `/', se desiderate inizializzare e
     montare altri file system potete usare la voce ``Altro'', che tornerà
     utile a chi ha creato partizioni separate per `/boot', `/var', `/usr'
     o altre, che dovrebbero essere inizializzate e montate a questo stadio
     dell'installazione.

[1]  Tecnicamente viene montata come `/target', solo quando farete il boot
     nel nuovo sistema diventerà `/'.


6.8. ``Mount di una partizione già inizializzata''
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     Un'alternativa a Sezione 6.7, ```Inizializzazione di una partizione
     Linux''' è il passo ``Mount di una partizione già inizializzata'', da
     usare se state riprendendo un'installazione lasciata a metà o se
     volete montare delle partizioni già inizializzate o che contengono
     dati che volete salvaguardare.

     Se state installando una workstation senza disco, giunti a questo
     punto dovreste montare via NFS la partizione root dal server NFS
     remoto.  Specificate il percorso per il server con la normale sintassi
     NFS, cioè `<nome-o-IP-del-server>:<percorso-della-share-sul-server>'.
     Se dovete inoltre montare altri file system, potete farlo adesso.

     Se non avete ancora configurato la rete come indicato in Sezione 7.6,
     ```Configurazione della rete''', scegliendo l'installazione via NFS vi
     verrà chiesto di farlo.


6.9. Montare partizioni non supportate da `dbootstrap'
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     In alcune situazioni particolari, `dbootstrap' potrebbe non essere in
     grado di montare i file system che volete (la partizione root o
     altre).  Se siete utenti Linux esperti potrete semplicemente passare a
     tty2 e lanciare manualmente i comandi necessari a montare le
     partizioni in questione.

     Se state montando una partizione root per il vostro nuovo sistema,
     fatelo su `/target', poi tornate a dbootstrap e continuate, magari
     usando ``Visualizzazione stato delle partizioni'' per far sì che
     `dbootstrap' ricalcoli il punto dell'installazione in cui vi trovate.

     Se si tratta di partizioni diverse da quelle di root, dovrete
     ricordarvi di modificare a mano il vostro nuovo file `fstab', in modo
     che vengano montate al riavvio del sistema.  Aspettate ovviamente che
     `dbootstrap' scriva tale file (`/target/etc/fstab') prima di
     ritoccarlo.


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7. Installare il kernel e il sistema operativo di base
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7.1. ``Installazione kernel e moduli di driver''
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     Il passo successivo è installare un kernel e i relativi moduli sul
     vostro nuovo sistema.

     Vi sarà presentato un menù con i dispositivi dai quali potete
     installare il kernel e un'opzione alternativa di installazione via
     rete.  Potete usare qualsiasi dispositivo disponibile, non siete
     costretti ad usare quelli già montati (si veda Capitolo 4, `Procurarsi
     i mezzi per l'installazione del sistema').

     Le opzioni che vi verranno presentate varieranno a seconda
     dell'hardware rilevato da `dbootstrap'.  Se state usando un CD-ROM
     ufficiale, il programma dovrebbe fare tutto da sé, senza nemmeno
     chiedervi quale dispositivo usare (a meno che non abbiate fatto il
     boot con l'opzione `verbose') Quando vi verrà richiesto il CD-ROM,
     assicuratevi di inserire il primo CD nel lettore.

     Se state installando da un file system locale, avete due scelte
     possibili: "harddisk" se la partizione del disco non è ancora montata,
     "mounted" se lo è.  In entrambi i casi, il sistema cercherà per prima
     cosa alcuni file in `dists/woody/main/disks-mips/current'.  Ove non li
     trovasse, vi verrà chiesto ``Selezione del percorso per l'archivio
     Debian'', ossia la directory all'interno del disco dove avete posto i
     file necessari all'installazione.  Se avete un mirror locale di un
     archivio Debian, potete usarlo indicando la sua directory, che spesso
     è `/archive/debian'.  Tali archivi sono caratterizzati da strutture di
     directory del tipo: `debian/dists/woody/main/disks-mips/current'.
     Potete digitare il percorso o usare il pulsante `<...>' per scorrere
     l'albero del file system.

     Continuando a parlare di installazione da un disco locale o mezzi
     simili (come NFS), vi verrà ora chiesta la directory in cui sono
     effettivamente contenuti i file necessari (può dipendere dalla vostra
     sottoarchitettura).  Il sistema potrebbe insistere particolarmente sul
     fatto che i file compaiano esattamente nella locazione indicata,
     incluse le sottodirectory, se ce ne sono.  Controllate i log in tty3
     (Sezione 5.6.1, `Usare la shell ed esaminare i log'), dove
     `dbootstrap' riporta l'ubicazione dei file che sta cercando.

     Se appare l'opzione "default", allora dovreste usare quella.
     Altrimenti provate con l'opzione "lista", per far sì che `dbootstrap'
     cerchi da sé i file (sebbene possa essere una cosa molto lunga se
     state usando NFS).  Come ultima risorsa, usate l'opzione "manuale" per
     specificare manualmente la directory.

     Se state effettuando l'installazione a mezzo dischetti, dovrete
     inserire il dischetto di recupero (che con ogni probabilità si trova
     già nel lettore), seguito dai dischetti di driver.

     Se desiderate installare il kernel e i moduli via rete, potete farlo
     con le opzioni "network" (HTTP) o "nfs".  Le vostre interfacce di rete
     devono però essere supportate dal kernel standard (consultate Sezione
     2.5, `Periferiche ed altro hardware').  Se tali opzioni non compaiono,
     dovrete selezionare ``Annulla'', tornare indietro e scegliere
     ``Configurazione della rete'' (vedere Sezione 7.6, ```Configurazione
     della rete'''), per poi ritornare al punto in questione.


7.2. NFS
--------

     Scegliete l'opzione "nfs", quindi specificate a `dbootstrap' il nome
     ed il percorso del server NFS.  Supposto che abbiate messo le immagini
     del dischetto di recupero e dei dischetti di driver sul server NFS
     nelle locazioni opportune, questi file dovrebbero risultare
     disponibili per l'installazione del kernel e dei moduli.  Il file
     system di rete verrà montato sotto `/instmnt'.  Selezionate
     l'ubicazione dei file come per le opzioni "hardisk" o "mounted".


7.3. Network
------------

     Selezionate l'opzione "network", quindi specificate a `dbootstrap'
     l'URL e il percorso per l'archivio Debian.  Quello di default di
     solito andrà bene.  In caso modifichiate la parte riguardante il
     server, sappiate che quella del percorso è con ogni probabilità
     corretta per qualsiasi mirror Debian ufficiale.  Potreste scegliere di
     scaricare i file attraverso un server proxy: basta specificare il
     server.  _...la frase non è conclusa..._


7.4. Root NFS
-------------

     Se state installando una workstation senza dischi fissi ("diskless"),
     dovreste aver già configurato la vostra rete come descritto in Sezione
     7.6, ```Configurazione della rete'''.  Vi dovrebbe quindi venir
     proposta la possibilità di installare il kernel e i moduli via NFS.
     Procedete usando l'opzione "nfs" come descritto sopra.

     Altri media d'installazione potrebbero richiedere altri passi.


7.5. ``Configurazione moduli dei dispositivi''
----------------------------------------------

     Tramite la voce di menù ``Configurazione moduli dei dispositivi''
     potrete configurare i device driver, ossia i moduli del kernel.

     Come prima cosa vi verrà chiesto se volete caricare moduli addizionali
     da un dischetto fornito dal produttore dell'hardware.  Quasi sempre
     potete saltare questo punto, dato che è utile solo in caso l'hardware
     richieda dei moduli proprietari o non standard (ad esempio per un
     particolare controller SCSI).  I moduli verrano cercati sul dischetto
     in locazioni come `/lib/modules/misc' (dove <misc> può essere
     qualsiasi sezione standard del kernel).  Qualsiasi file del genere
     verrà copiato sul disco e potrà essere configurato al passo successivo
     dell'installazione.

     Appresso verrà eseguito `modconf', un semplice programma che mostra le
     sezioni dei moduli del kernel e vi permette di attraversarle per
     individuare quali moduli volete installare.

     Vi raccomandiamo di configurare _solo_ i dispositivi necessari al
     processo d'installazione che non siano già stati rilevati dal kernel.
     In molti casi non serve configurare alcun modulo.

     Ad esempio, potreste dover caricare esplicitamente il driver per una
     scheda di rete dalla sezione `net', un driver per dischi SCSI nella
     sezione `scsi' o uno per un CD-ROM proprietario in `cdrom'.  I
     dispositivi configurati verranno caricati in automatico a ogni avvio
     del sistema.

     Alcuni moduli potrebbero richiedere dei parametri.  Per sapere quali
     siano rilevanti dovrete consultare la documentazione dello specifico
     driver.

     Una volta installato il sistema, potrete riconfigurare i moduli in
     qualsiasi momento con il programma `modconf'.


7.6. ``Configurazione della rete''
----------------------------------

     Se il sistema d'installazione non rileva la presenza di un'interfaccia
     di rete disponibile, vi verrà proposta l'opzione ``Configurazione
     hostname''.  Anche se non avete una rete, o se avete una connessione
     di rete non permanente (p.e.  una connessione telefonica), alla vostra
     macchina serve un nome.

     Se il sistema d'installazione rileva un'interfaccia di rete, vi verrà
     mostrato il passo d'installazione ``Configurazione della rete''.  Se
     il sistema non vi permette di eseguirlo, significa che non è in grado
     di trovare alcuna interfaccia di rete.  Se ne avete comunque una,
     significa che probabilmente avete saltato la configurazione
     dell'interfaccia in Sezione 7.5, ```Configurazione moduli dei
     dispositivi'''.  Tornate indietro a quella sezione e controllate i
     dispositivi `net'.

     Non appena entrerete nel ``Configurazione della rete'', se il sistema
     rileva più di una interfaccia di rete vi verrà chiesto di scegliere
     quale configurare.  Ne potete configurare soltanto una.  Finita
     l'installazione potrete occuparvi delle altre interfacce, consultate
     la pagina di man interfaces(5).

     `dbootstrap' vi chiederà indi se volete usare un server DHCP o BOOTP
     per configurare la vostra rete.  Se potete, dovreste rispondere
     ``Sì'', dato che ciò vi permetterà di saltare tutto il resto della
     prossima sezione.  Sperabilmente dovreste vedere il sistema replicare
     con ``La rete è stata configurata correttamente usando DHCP/BOOTP.''.
     Saltate il resto e passate a Sezione 7.7, ```Installazione del sistema
     di base'''.  Se la configurazione fallisce, controllate i cavi di rete
     e il log su tty3, oppure proseguite a configurare la rete manualmente.

     Per configurare a mano la rete, `dbootstrap' vi farà un certo numero
     di domande: per le risposte usate quanto raccolto in Sezione 3.3, `Le
     informazioni che vi serviranno'.  Il sistema vi proporrà un riepilogo
     delle informazioni sulla rete e vi chiederà conferma.  In seguito vi
     servirà specificare il device usato della vostra connessione di rete
     principale.  Di solito sarà "eth0" (il primo device Ethernet).

     Alcuni dettagli tecnici che potrebbero esservi utili: il programma
     assume che l'indirizzo IP di rete sia il risultato di un AND bit a bit
     tra l'indirizzo IP del vostro sistema e la vostra netmask, che
     l'indirizzo broadcast sia il risultato di un OR bit a bit tra
     l'indirizzo IP del vostro sistema e la negazione bit a bit della
     netmask.  Suppone inoltre che il vostro gateway funga anche da server
     DNS.  Se non avete soluzioni alternative pronte, usate quanto proposto
     dal sistema.  Se necessario potrete cambiare tali impostazioni, una
     volta finita l'installazione, modificando il file
     `/etc/network/interfaces'.  In alternativa, potrete installare
     `etherconf', che vi guiderà nella configurazione della rete.


7.7. ``Installazione del sistema di base''
------------------------------------------

     Il passo successivo è installare il sistema di base.  Si tratta di un
     insieme minimo di pacchetti che fornisce un sistema funzionante,
     essenziale e autosufficiente.  Occupa meno di 70MB.

     Durante ``Installazione del sistema di base'', se non state
     installando da CD-ROM vi verrà proposto un menù di dispositivi da cui
     potete installare il sistema di base.  Dovreste scegliere il mezzo
     d'installazione adatto.  Se state installando da un CD-ROM ufficiale,
     vi sarà semplicemente chiesto d'inserirlo.

     Se state installando il sistema di base via rete, sappiate che alcuni
     passi del processo d'installazione potrebbero prendere parecchio tempo
     e l'avanzamento potrebbe non essere molto evidente.  In particolare il
     prelievo iniziale di `Packages.gz' e l'installazione dei pacchetti
     base e fondamentali potrebbero sembrare in stallo.  Concedete loro del
     tempo extra.  Potete usare `df -h' sul secondo terminale per
     accertarvi che i contenuti del vostro disco stiano effettivamente
     cambiando.

     In ogni caso, se l'installazione si impantana non appena tenta di
     recuperare un file chiamato `Release', potete dare per scontato che
     l'archivio di rete non è stato trovato o che c'è un problema con esso.

     Se state installando il sistema di base dal vostro disco fisso, basta
     far puntare l'installer alla locazione di `basedebs.tar', in modo
     simile alla procedura per installare i kernel e i moduli.


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8. Fare il boot nel vostro nuovo sistema Debian
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8.1. ``Rendere il sistema avviabile''
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     Se scegliete di fare il boot da disco fisso direttamente in Linux, e
     se _non_ state installando una workstation senza disco, vi verrà
     chiesto di installare un master boot record.  Se non state usando un
     boot manager (come probabilmente è se non sapete cosa sia) e non avete
     un altro sistema operativo sulla stessa macchina, rispondete ``Sì''.
     Se rispondete ``Sì'', la domanda successiva sarà se volete avviare
     automaticamente Linux dal disco fisso all'accensione della macchina.
     In tal caso la partizione root di Linux viene impostata come
     partizione _bootable_ ("avviabile"), quella cioè che viene caricata
     dal disco fisso.

     Tenete presente che gestire il boot di più sistemi operativi sulla
     stessa macchina è una specie di magia nera.  Questo documento non
     tenta nemmeno di documentare i vari boot manager, che variano a
     seconda dell'architettura e perfino della sottoarchitettura.  Per
     ulteriori informazioni dovreste fare riferimento alla documentazione
     del boot manager che usate.  Ricordatevi di essere estremamente cauti
     quando lavorate con i boot manager.

     Se state installando una workstation senza disco, ovviamente fare il
     boot da disco è un'opzione senza senso e questo passo verrà saltato.


8.2. ``Creazione floppy di avvio''
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     Sarebbe bene creare un dischetto di boot anche se intendete avviare il
     sistema dal disco fisso locale, dato che è possibile che il bootstrap
     sia installato male sul disco fisso, mentre un dischetto di boot
     funziona quasi sempre.  Scegliete ``Creazione floppy di avvio'' dal
     menù e inserite un dischetto vuoto come richiesto.  Assicuratevi che
     non sia protetto da scrittura, dato che il programma lo formatterà e
     ci scriverà sopra.  Etichettatelo come "dischetto di boot personale" e
     proteggetelo da scrittura una volta creato.

     Il dischetto conterrà un kernel e un semplice file system, con la
     direttiva di usare il file system di root presente sul vostro disco.


8.3. Il momento della verità
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     Il primo boot autonomo del sistema è quello che gli ingegneri
     elettronici chiamano "smoke test" (cioè quando si accende un
     dispositivo elettrico dopo averci lavorato su e si sta a vedere se
     fuma, fa scintille o cose del genere, denunciando così platealmente un
     guasto NdT).  Togliete eventuali dischetti presenti nel lettore e
     scegliete la voce ``Riavvia il sistema'' dal menù.

     Se state facendo il boot direttamente in Debian e il sistema non
     parte, usate il supporto di boot che avete usato originariamente per
     l'installazione (ad esempio il dischetto di recupero) o inserite il
     dischetto di boot personale, se ne avete creato uno, e riavviate il
     sistema.  Se _non_ state usando il dischetto di boot personale,
     dovrete probabilmente aggiungere dei parametri di boot.  Se farete il
     boot con il dischetto di recupero o tecniche simili, dovrete
     specificare `rescue root=<root>', dove <root> è la vostra partizione
     root, per dire "/dev/sda1".

     Debian dovrebbe partire e dovreste vedere gli stessi messaggi della
     prima volta che avete fatto il boot del sistema di installazione,
     seguiti da altri nuovi.


8.4. Configurazione (di base) dopo il primo boot in Debian
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     Dopo aver fatto il boot, vi verrà chiesto di completare la
     configurazione del sistema di base e quindi di scegliere quali
     pacchetti aggiuntivi installare.  L'applicazione che vi guiderà
     attraverso questo processo si chiama `base-config'.  In caso dopo aver
     completato l'installazione desideriate lanciare nuovamente
     `base-config', in qualsiasi momento, come root, date `base-config'.


8.5. Password MD5
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     Innanzitutto vi verrà chiesto se installare le password MD5.  Si
     tratta di un metodo alternativo di immagazzinare le password sul
     sistema, molto più sicuro del metodo standard (chiamato "crypt").

     Il default è ``No'', ma se non vi serve il supporto NIS e v'interessa
     parecchio la sicurezza della vostra macchina, dite ``Sì''.


8.6. Shadow Password
--------------------

     A meno che non abbiate detto ``Sì'' alle password MD5, il sistema vi
     chiederà se volete abilitare le "shadow password".  Questo sistema
     permette di rendere il sistema un po' più sicuro.  In un sistema senza
     shadow password, le password reali vengono immagazzinate, cifrate, in
     un file leggibile da chiunque, `/etc/passwd'.  Tale file deve essere
     leggibile da chiunque si colleghi perché contiene delle informazioni
     vitali sugli utenti, ad esempio come mappare gli identificatori
     numerici degli utenti sui nomi di login.  Di conseguenza è possibile
     che qualcuno ottenga il file `/etc/passwd' e usi un attacco a forza
     bruta (cioè provi tutte le possibili combinazioni di password) per
     scoprirle.

     Abilitando le shadow password, le password reali verranno
     immagazzinate in un altro file, `/etc/shadow', scrivibile solo da root
     e leggibile da root e dagli utenti del gruppo shadow.  Vi consigliamo
     quindi di abilitarle.

     Potrete riconfigurare le shadow password in qualsiasi momento con il
     programma `shadowconfig'.  Dopo l'installazione, leggete
     `/usr/share/doc/passwd/README.debian.gz' per avere altre informazioni.


8.7. Impostare la password di root
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     L'account di _root_ viene anche chiamato _superutente_; è un login che
     aggira tutte le protezioni di sicurezza del sistema, deve quindi
     essere usato solo per le operazioni di amministrazione del sistema,
     per il minor tempo possibile.

     Qualsiasi password che create dovrebbe contenere da 6 ad 8 caratteri,
     con lettere maiuscole e minuscole, cifre e segni di interpunzione.
     Impostando la vostra password di root fate ancora più attenzione, dato
     che è un account molto potente.  Evitate le parole che si trovano nei
     dizionari e non usate informazioni personali che possano essere
     indovinate (data di nascita ecc.).

     Se qualcuno vi dice che gli serve la vostra password di root, siate
     estremamente cauti.  Non la dovreste mai fornire a nessuno, a meno che
     non stiate amministrando una macchina con più di un amministratore di
     sistema.


8.8. Creare un utente normale
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     Il sistema a questo punto vi chiederà se volete creare un account da
     utente normale, da usare per le attività quotidiane personali, per le
     quali non dovreste assolutamente usare l'account di root.

     Perché no?  Bene, una ragione per evitare di usare i privilegi di root
     è che è molto facile farci dei danni irreparabili.  Un'altra è che si
     può essere portati con l'inganno ad attivare un _cavallo di troia_ (o
     "trojan"), cioè un programma che sfrutta i poteri di superutente per
     compromettere la sicurezza del sistema alle vostre spalle.  Un buon
     libro sull'amministrazione dei sistemi Unix coprirà questo argomento
     in maggior dettaglio, vale la pena leggerne uno se non conoscete la
     questione.

     Chiamate l'account di utente come vi pare: se vi chiamate Mario Rossi,
     potreste usare ad esempio "rossi", "mario", "mrossi" ecc.  Vi verrà
     anche chiesto il nome completo dell'utente e, come prima, una
     password.

     Se in qualsiasi momento dopo l'installazione volete creare un altro
     utente, usate il comando `adduser'.


8.9. Configurare PPP
--------------------

     Vi verrà quindi chiesto se volete installare il resto del sistema
     usando PPP.  Se state installando da CD-ROM o siete direttamente
     collegati alla rete, potete rispondere ``No'' senza problemi e saltare
     questa sezione.

     Se avete scelto di configurare PPP a questo punto, verrà attivato un
     programma, `pppconfig', che vi aiuterà a configurare la vostra
     connessione PPP.  _Fate attenzione a dare alla vostra connessione
     telefonica il nome "provider", quando vi verrà chiesto._

     Si spera che il programma `pppconfig' possa guidarvi attraverso una
     configurazione indolore della connessione PPP.  Ove qualcosa non
     funzionasse, troverete delle istruzioni dettagliate più sotto.

     Per configurare PPP dovrete conoscere i concetti base della
     visualizzazione e della modifica dei file sotto Linux.  Per
     visualizzare i file dovreste usare il programma `more', `zmore' per i
     file compressi con estensione `.gz'.  Per esempio, per visualizzare il
     contenuto di `README.debian.gz', date `zmore README.debian.gz'.  Il
     sistema di base comprende un editor chiamato `nano', molto semplice da
     usare seppur privo di molte funzionalità.  Più avanti vi converrà
     installare degli editor e dei visualizzatori più avanzati, come ad
     esempio `jed', `nvi', `less' e `emacs'.

     Modificate `/etc/ppp/peers/provider' sostituendo "/dev/modem" con
     "/dev/ttyS<#>", dove <#> è il numero della porta seriale.  Su Linux le
     porte seriali sono numerate a partire da 0, quindi la vostra prima
     porta sarà `/dev/ttyS0' sotto Linux.  Il passo successivo è modificare
     `/etc/chatscripts/provider' ed inserire il numero di telefono del
     provider, il nome utente e la password.  Non cancellate il "\q" che
     precede la password, serve per non farla apparire nei file di log.

     Molti provider invece dell'autenticazione in modalità testo usano per
     la sequenza di login PAP o CHAP, altri entrambi.  Se il vostro
     provider richiede PAP o CHAP dovrete seguire una procedura diversa:
     commentate tutto quello che c'è sotto la stringa di composizione del
     numero (quella che comincia con "ATDT") in
     `/etc/chatscripts/provider', modificate `/etc/ppp/peers/provider' come
     descritto sopra e aggiungete `user <nome>' dove <nome> è il vostro
     nome utente per il provider cui state cercando di connettervi.
     Modificate poi `/etc/pap-secrets' o `/etc/chap-secrets', inserendovi
     la vostra password.

     Dovrete anche modificare `/etc/resolv.conf', aggiungendovi l'indirizzo
     IP del name server (DNS) del provider.  Le righe di `/etc/resolv.conf'
     sono nel formato: `nameserver <xxx.xxx.xxx.xxx>', dove le <x> sono i
     numeri dell'indirizzo IP.  A vostra scelta potrete aggiungere
     l'opzione `usepeerdns' a `/etc/ppp/peers/provider' per abilitare la
     scelta automatica dei server DNS appropriati, usando le impostazioni
     fornite di solito dall'host remoto.

     A meno che il vostro provider abbia una sequenza di login diversa
     dalla maggior parte degli ISP, avete finito!  Attivate la connessione
     PPP digitando `pon' come root e monitorate il processo usando il
     comando `plog'.  Per disconnettervi usate `poff', sempre come root.

     Leggete il file `/usr/share/doc/ppp/README.Debian.gz' per altre altre
     informazioni su come usare PPP su Debian.


8.10. Configurare APT
---------------------

     Il mezzo principale comunemente usato per installare i pacchetti è un
     programma chiamato `apt-get', dal pacchetto `apt'.  [1] APT deve
     essere configurato in modo da sapere dove scaricare i pacchetti.
     L'applicazione d'aiuto in questa operazione si chiama `apt-setup'.

     Il passo successivo del processo di configurazione è di indicare ad
     APT dove può trovare altri pacchetti Debian.  Tenete presente che
     potete riavviare APT in qualsiasi momento dopo l'installazione, usando
     `apt-setup' o modificando a mano `/etc/apt/sources.list'.

     Se state facendo il boot da un CD-ROM ufficiale, dovrebbe venir
     configurato automaticamente come fonte di apt senza che vi venga
     chiesta conferma.  Lo capirete dall'attività di scansione sul CD-ROM.
     Vi verrà poi chiesto se ne volete configurare un altro.  Se avete una
     serie di CD-ROM, cosa molto comune, dovrete procedere e farli scandire
     tutti uno per uno.

     Se non avete un CD-ROM ufficiale, vi verrà proposto un'insieme di
     scelte sulle modalità di accesso ai pacchetti Debian: FTP, HTTP,
     CD-ROM o un file system locale.  Per i possessori dei CD-ROM, potete
     arrivare a questo stesso passo chiedendo esplicitamente di aggiungere
     un'altra fonte.

     Dovreste sapere che va benissimo avere diverse fonti per APT, anche
     per lo stesso archivio di Debian.  `Apt-get' prenderà automaticamente
     il pacchetto con il numero più alto tra tutte le versioni disponibili.
     Se, per esempio, avete sia una fonte HTTP che un CD-ROM, `apt-get'
     dovrebbe automaticamente usare il CD-ROM locale, quando possibile, e
     fare ricorso a HTTP solo quando vi può ottenere una versione più
     recente del pacchetto.  In ogni caso non è una buona idea aggiungere
     fonti di APT non necessarie, dato che in questo modo tenderebbe a
     rallentare il processo di controllo delle nuove versioni negli archivi
     disponibili.

[1]  Tenete presente che il vero programma che installa i pacchetti si
     chiama `dpkg', ma si tratta di uno strumento che lavora a livello più
     basso.  `Apt-get' invoca `dpkg' in modo appropriato e inoltre sa come
     installare altri pacchetti, richiesti da quello che volete installare,
     seguendo le dipendenze, oltre che come recuperare i pacchetti stessi
     dal CD, dalla rete o da qualunque altra fonte.

8.10.1. Configurare le fonti di pacchetti in rete
-------------------------------------------------

     Se pensate di installare il resto del sistema via rete, l'opzione più
     comune è scegliere la fonte "http".  Anche quella "ftp" è accettabile,
     ma di solito è un po' più lenta nel connettersi.

     Vi verrà poi chiesto se volete usare del software non libero.  Con
     tale termine ci si riferisce a software commerciale o qualsiasi altro
     software la cui licenza non è in accordo con le Debian Free Software
     Guidelines (http://www.debian.org/social_contract#guidelines).  Va
     bene dire ``Sì'', ma fate attenzione nell'installare programmi di
     questo tipo, perché dovrete assicurarvi di usarlo in accordo con la
     relativa licenza.

     Il passo successivo nella configurazione delle fonti di pacchetti in
     rete è informare `apt-setup' della nazione in cui vivete.  In tal modo
     verranno selezionati per voi i mirror ufficiali Debian su Internet cui
     connettervi.  A seconda della nazione selezionata, vi verrà presentata
     una lista di possibili host.  In generale va bene scegliere quello in
     cima alla lista, ma dovrebbero funzionare comunque tutti.

     Se per l'installazione state utilizzando HTTP, vi verrà chiesto di
     configurare il vostro proxy server, passo talvolta necessario se vi
     trovate dietro a un firewall, su reti aziendali ecc.

     Alla fine verrà testata la vostra nuova fonte di pacchetti in rete.
     Se tutto va bene, vi verrà chiesto se volete ripetere l'operazione per
     un'altra fonte in rete.


8.11. Installazione dei pacchetti: semplificata o avanzata
----------------------------------------------------------

     Vi verrà poi chiesto se desiderate installare i pacchetti nella
     modalità semplificata o in quella avanzata, a granularità maggiore.
     Vi consigliamo di iniziare con quella semplificata, dato che potrete
     sempre utilizzare quella avanzata in un secondo momento.

     Dovreste sapere che per l'installazione semplificata `base-config'
     invoca semplicemente il programma `tasksel', mentre per quella
     avanzata usa `dselect'.  Entrambi questi programmi possono essere
     lanciati in qualsiasi momento dopo l'installazione, per installare
     altri pacchetti.  Se state cercando un pacchetto specifico, finita
     l'installazione usate semplicemente `apt-get install <pacchetto>',
     dove <pacchetto> è il nome del pacchetto che desiderate.


8.12. Selezione semplificata dei pacchetti: il Task Installer
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     Se avete scelto l'installazione semplificata, verrete introdotti al
     Task Installer (`tasksel').  Tale metodo vi propone alcune
     configurazioni predefinite di pacchetti da installare.  Usando
     `dselect', descritto più avanti, potreste invece scegliere pacchetto
     per pacchetto cosa volete sulla vostra macchina.  Ma può essere un
     compito decisamente lungo, dati i circa 7650 pacchetti disponibili in
     Debian!

     Avete quindi la possibilità di scegliere innanzitutto dei _task_ e di
     aggiungere in seguito singoli pacchetti all'installazione.  I task
     corrispondono, all'incirca, a vari compiti che potreste voler eseguire
     con la vostra macchina, per esempio "desktop environment" ("ambiente
     desktop"), "development in C" ("sviluppo in C") o "file server".

     Potete evidenziare ciascun task e scegliere "Task Info" per
     visualizzare informazioni dettagliate su di esso.  Vi verrà mostrata
     una descrizione estesa e l'elenco dei pacchetti in esso contenuti.

     Una volta selezionati i task che vi servono, scegliete "Fine".  A
     questo punto, `apt-get' installerà i pacchetti che avete selezionato.
     Notate che, se non avete selezionato alcun task, verranno installati
     tutti i pacchetti con priorità standard, importante o richiesto non
     ancora presenti sul vostro sistema.  E` la stessa cosa che lanciare
     "tasksel -s" dalla riga di comando, attualmente comporta lo
     scaricamento di circa 37 MB di archivi.  Vi verranno mostrati il
     numero di pacchetti da installare e quanti kilobyte dovrete scaricare.

     Dei circa 7650 pacchetti disponibili in Debian, solo una minoranza
     sono coperti dai task proposti dal Task Installer.  Per informazioni
     su altri pacchetti, usate `apt-cache search <stringa-di-ricerca>' per
     fare una ricerca sulla stringa fornita (si veda la pagina di man
     apt-cache(8)) o eseguite `dselect', come descritto più avanti.


8.13. Selezione avanzata dei pacchetti con `dselect'
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     Se avete optato per la selezione "avanzata" dei pacchetti, verrete
     lasciati nelle mani del programma `dselect'.  Prima di usarlo è
     caldamente consigliato leggere il Tutorial di dselect
     (dselect-beginner.it.html).  `Dselect' vi permetterà di selezionare i
     _pacchetti_ da installare sul vostro sistema.  Dovrete lanciarlo come
     root.


8.14. Fare il login
-------------------

     Finita l'installazione dei pacchetti, vi verrà presentato il prompt di
     login.  Fate il login usando il nome utente personale (non root) che
     avete indicato durante l'installazione e la relativa password.  Ora il
     vostro sistema è pronto all'uso.

     Se siete utenti novelli, potreste voler esplorare la documentazione
     presente sul vostro sistema.  Attualmente la documentazione è
     organizzata in sistemi diversi, che sono in via di integrazione.  Ecco
     alcuni punti da cui partire.

     La documentazione associata a programmi che avete installato si trova
     in `/usr/share/doc/', in una sottodirectory con lo stesso nome del
     programma.  Per esempio, la Guida Utente di APT si trova in
     `/usr/share/doc/apt/guide.html/index.html'.

     In aggiunta vi sono alcune cartelle speciali all'interno della
     gerarchia di directory `/usr/share/doc/'.  Gli HOWTO Linux sono
     installati, in formato .gz, in `/usr/share/doc/HOWTO/en-txt/' e
     `/usr/share/doc/HOWTO/en-txt/mini/'.  `/usr/share/doc/HTML/index.html'
     contiene indici navigabili, a mezzo browser, della documentazione
     installati da `dhelp'.  (Il pacchetto `doc-linux-it', contenente le
     traduzioni degli HOWTO, purtroppo non è aggiornato al momento
     presente, si consiglia una visita al sito ILDP, Italian Linux
     Documentation Project (http://ildp.pluto.linux.it) NdT).

     Un modo facile per visualizzarli è dare `cd /usr/share/doc/' e
     digitare quindi `lynx' seguito da uno spazio e da un punto (il punto
     sta per la directory corrente).

     Potete anche digitare `info <comando>' o `man <comando>' per avere
     informazioni dettagliate sul funzionamento della maggioranza dei
     comandi disponibili da riga di comando (installando `manpages-it'
     potrete visualizzare le pagine di man dei comandi più usati in
     italiano NdT).  Con `help' otterrete aiuto sui comandi di shell.
     Digitando un comando seguito da `--help' otterrete di solito una
     schermata con un breve sommario delle opzioni disponibili pel comando
     stesso.  Se l'output di un comando eccede la singola schermata,
     causando uno scorrimento, aggiungete `| more' in coda al comando per
     introdurre una pausa ad ogni schermata.  Per vedere una lista di tutti
     i comandi disponibili che iniziano con una certa lettera
     dell'alfabeto, digitate la lettera seguita da due tabulazioni.  (Ci
     sentiamo senz'altro di consigliare ai novelli utenti linux che non li
     conoscano ancora gli Appunti Linux
     (http://ildp.pluto.linux.it/AppuntiLinux/), una ragguardevole e
     completa fonte gratuita di informazioni in italiano su GNU/Linux ed
     argomenti ad esso correlati NdT).

     Per un'introduzione più completa a Debian e GNU/Linux, consultate
     `/usr/share/doc/debian-guide/html/noframes/index.html'.


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9. Cosa fare adesso
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9.1. Se non conoscete Unix
--------------------------

     Se non avete mai usato Unix probabilmente dovreste leggervi qualche
     libro; le Unix FAQ
     (ftp://rtfm.mit.edu/pub/usenet/news.answers/unix-faq/faq/) contengono
     una bibliografia piuttosto consistente e riferimenti ai newsgroup di
     Usenet che vi possono aiutare.  Potete anche dare un'occhiata alle
     User-Friendly Unix FAQ
     (http://www.camelcity.com/~noel/usenet/cuuf-FAQ.htm).  (FAQ Linux
     utili in italiano sono FAQ di it.comp.os.linux
     (http://ildp.pluto.linux.it/FAQ/linux.html) e
     http://ildp.pluto.linux.it/LDR/ name="LDR: Linux Domande e Risposte"
     NdT).

     Linux è una delle implementazioni di Unix.  Il Linux Documentation
     Project (LDP) (http://www.tldp.org/) raccoglie libri e documenti ad
     esso relativi liberamente disponibili in linea (ne esiste una versione
     italiana, l'Italian Linux Documentation Project (ILDP)
     (http://ildp.pluto.linux.it) NdT).  La maggior parte di questi
     documenti possono essere installati localmente con i pacchetti
     `doc-linux-html' per la versione HTML o `doc-linux-text' per quella
     ASCII; i file verranno posti nella directory `/usr/doc/HOWTO'.  Sono
     disponibili come pacchetti Debian anche delle versioni nazionalizzate
     degli HOWTO dell'LDP.

     Potete trovare della documentazione specifica su Debian nella prossima
     sezione.


9.2. Come orientarsi in Debian
------------------------------

     Debian è leggermente diversa dalle altre distribuzioni ed anche se
     conoscete già Linux ci sono cose che dovreste sapere per mantenere il
     sistema in buono stato.  Questo capitolo contiene del materiale
     orientativo: non è un manuale d'uso di Debian, si tratta solo di
     indicazioni concise per i più frettolosi.

9.2.1. Il sistema dei pacchetti Debian
--------------------------------------

     La cosa più importante da conoscere è il sistema dei pacchetti Debian.
     Esso detiene il controllo di buona parte del sistema, cioè:

        * `/usr' (tranne `/usr/local')

        * `/var' (potete creare `/var/local' ed essere al sicuro lì)

        * `/bin'

        * `/sbin'

        * `/lib'

     Ad esempio, se sostituite `/usr/bin/perl' con una vostra versione il
     sistema continuerà a funzionare, ma se aggiornate il pacchetto `perl'
     il vostro file verrà sostituito.  Gli utenti esperti possono aggirare
     questo ostacolo ponendo dei pacchetti a "Bloccato" ("Hold") in
     `dselect'.

     Uno dei migliori metodi d'installazione è apt.  Potete usarlo come
     metodo da dselect, oppure potete usare la versione a riga di comando
     (info apt-get).  Notate che apt vi permetterà anche di unire main,
     contrib e non-free, quindi potrete avere pacchetti soggetti a
     restrizioni legali insieme a versioni standard.

9.2.2. Gestione di versioni delle applicazioni
----------------------------------------------

     Le versioni alternative di singole applicazioni vengono gestite da
     update-alternatives.  Se conservate più versioni delle vostre
     applicazioni, farete bene a leggere la pagina di man di
     update-alternatives.

9.2.3. Gestione dei job di cron
-------------------------------

     Tutti i job che spettano all'amministratore di sistema dovrebbero
     trovarsi in `/etc', dato che sono file di configurazione.  Se avete un
     job in cron di root che va in esecuzione quotidianamente,
     settimanalmente o in ore notturne, mettetelo in
     `/etc/cron.{daily,weekly,monthly}', rispettivamente.  Questi sono
     invocati da `/etc/crontab' e verranno eseguiti in ordine alfabetico,
     il che fa in modo che vengano lanciati nella sequenza corretta.

     D'altro canto, se avete un job di cron che 1) deve essere eseguito con
     i privilegi di un utente speciale o 2) necessita di essere eseguito in
     un momento o con una frequenza speciali, potete usare `/etc/crontab'
     o, ancor meglio, `/etc/cron.d/quello_che_vi_pare'.  Questi particolari
     file hanno anche un campo extra che permette di stabilire l'utente
     sotto il quale verrà eseguito il job di cron.

     In ogni caso basterà editare i file, cron se ne occuperà in
     automatico.  Non c'è bisogno di eseguire alcun comando particolare.
     Per maggiori informazioni consultate cron(8), crontab(5) e
     `/usr/doc/cron/README.Debian'.


9.3. Ulteriori letture ed informazioni
--------------------------------------

     Se vi servono delle informazioni su un programma particolare, dovreste
     per prima cosa provare con il comando `man <programma>' o `info
     <programma>'.

     In `/usr/doc' ci sono moltissime informazioni interessanti, in
     particolare in `/usr/doc/HOWTO' e in `/usr/doc/FAQ'.  Per i bachi date
     un'occhiata a `/usr/doc/debian/bug*'.  Per documentazione su questioni
     specifiche di Debian relative a particolari programmi, date
     un'occhiata a `/usr/doc/(nome-del-pacchetto)/README.Debian'.

     Il sito web di Debian (http://www.debian.org/) contiene un sacco di
     documentazione su Debian, in particolare leggete le Debian FAQ
     (http://www.debian.org/doc/FAQ/) e gli Archivi delle mailing list
     (http://lists.debian.org/).  La comunità di Debian è autosufficiente
     per quanto riguarda il supporto tecnico, per iscrivervi a qualche
     lista di discussione leggete la pagina Iscrizione alle mailing list
     (http://www.debian.org/MailingLists/subscribe).


9.4. Compilazione del kernel
----------------------------

     Perché qualcuno dovrebbe voler compilare un nuovo kernel?  In effetti
     spesso non è necessario, dato che il kernel predefinito compreso in
     Debian è in grado di gestire la maggior parte delle configurazioni.
     In ogni caso compilare un nuovo kernel è utile per:

        * gestire hardware particolare o che va in conflitto coi kernel
          precompilati

        * gestire hardware ed opzioni non inclusi nei kernel precompilati,
          come APM o SMP

        * ottimizzare il kernel rimuovendo i driver non necessari per
          accelerare il processo di boot

        * usare componenti non supportati per default (come il firewall)

        * utilizzare un kernel aggiornato o uno di sviluppo

        * fare colpo sugli amici e provare nuove cose

9.4.1. Gestione dell'immagine del kernel
----------------------------------------

     Non abbiate paura a provare, è divertente ed utile.

     Per compilare il kernel alla maniera di Debian vi servono alcuni
     pacchetti: `kernel-package', `kernel-source-2.4.16' (la versione più
     recente al momento di questa stesura), `fakeroot' ed alcuni altri che
     probabilmente avete già installati (la lista completa è in
     `/usr/share/doc/kernel-package/README.gz').

     Con questo metodo otterrete un .deb del sorgente del vostro kernel; se
     avete moduli non standard, create anche un .deb dipendente e
     sincronizzato di essi.  Un modo migliore è gestire le immagini del
     kernel.  `/boot' conterrà il kernel, il System.map e un log del file
     di configurazione attivo per il build.

     Notate che non c'è realmente bisogno di compilare il kernel "alla
     Debian", ma a nostro parere usare il sistema di pacchettizzazione per
     gestire il kernel è più semplice e sicuro.  In effetti potete prendere
     i sorgenti direttamente da Linus invece che da `kernel-source-2.4.16'
     ed usare comunque il metodo di compilazione del `kernel-package'.
     Sebbene per l'installazione di Woody si usi ancora il kernel 2.2.19, i
     kernel 2.4 più recenti sono disponibili come kernel-images.

     Troverete la documentazione completa sull'uso di `kernel-package' in
     `/usr/share/doc/kernel-package'.  Questa sezione contiene solo un
     breve manuale introduttivo.

     Da qui in avanti assumeremo che i sorgenti del kernel si trovino in
     `/usr/local/src' e che la vostra versione del kernel sia 2.4.16.  Come
     root create una directory in `/usr/local/src' e rendetela di proprietà
     del vostro normale account utente; come tale utente andate nella
     directory in cui volete scompattare i sorgenti del kernel (`cd
     /usr/local/src'), scompattateli (`tar xzf
     /usr/src/kernel-source-2.4.16.tar.bz2'), entrate nella directory
     appena creata (`cd kernel-source-2.4.16/').  Orapotete configurare il
     kernel con `make xconfig', se X11 è installato e configurato, o con
     `make menuconfig' (che necessita del pacchetto `ncurses-dev').
     Leggete accuratamente l'aiuto in linea, scegliete le opzioni con
     cautela e, se avete dubbi, considerate che è meglio includere i driver
     (il software che controlla le periferiche, tipo schede ethernet,
     controller SCSI e così via) di cui non siete sicuri.  Fate attenzione:
     le altre opzioni, non correlate a hardware specifico, dovrebbero
     essere lasciate al valore di default se non capite a che servono.  Non
     dimenticate di selezionare "Kernel module loader" in "Loadable module
     support" (non è selezionato per default) o la vostra installazione di
     Debian avrà dei problemi.

     Ripulite l'albero dei sorgenti e riazzerate i parametri di
     `kernel-package' con `make-kpkg clean'.

     Ora compilate il kernel: `fakeroot make-kpkg --revision=custom.1.0
     kernel_image'.  Il numero di versione è "1.0", ma si può cambiare a
     volontà: si tratta solo di un numero di versione per tenere traccia
     delle compilazioni del kernel.  Allo stesso modo potete mettere
     qualsiasi parola al posto di "custom" (p.e.  l'hostname).  La
     compilazione del kernel può durare un bel po' di tempo, a seconda
     della capacità di calcolo della vostra macchina.

     Una volta completata la compilazione, potete installare il kernel
     personalizzato come qualsiasi altro pacchetto: come root date `dpkg -i
     ../kernel-image-2.4.16-<subarch>_custom.1.0_mips.deb'.  La parte
     <subarch> è una sottoarchitettura opzionale, dipendente dalle opzioni
     di kernel impostate.  `dpkg -i kernel-image...'  installerà il kernel,
     insieme ad altri file di supporto, come `System.map' (utile per il
     debug dei problemi del kernel) e `/boot/config-2.4.16', che contiene
     la configurazione corrente.  Il nuovo pacchetto `kernel-image-2.4.16'
     è anche abbastanza intelligente da usare automaticamente il boot
     loader della vostra piattaforma per aggiornare la configurazione di
     avvio del sistema, evitandovi di doverlo lanciare a mano.  Se avete
     creato anche un pacchetto di moduli, ad esempio per il supporto
     PCMCIA, dovrete installare anche quello.

     Ora è tempo di riavviare il sistema: leggete attentamente qualsiasi
     messaggio di avvertimento che i passi precedenti possano aver prodotto
     e poi date `shutdown -r now'.

     Per altre informazioni su `kernel-package', leggete l'ottima
     documentazione presente in `/usr/doc/kernel-package'.


-------------------------------------------------------------------------------


10. Informazioni tecniche su Boot Floppies
------------------------------------------


10.1. Codice sorgente
---------------------

     Il pacchetto `boot-floppies' contiene tutto il codice sorgente e la
     documentazione per i dischetti di installazione.


10.2. Dischetto di recupero
---------------------------

     Il dischetto di recupero ha un file system Ext2 (o FAT, a seconda
     della vostra architettura), dovreste essere in grado di accedervi da
     qualsiasi sistema in grado di leggere dischi Ext2 o FAT.  Il kernel
     Linux è contenuto nel file `linux.bin'.  Il file `root.bin' è
     un'immagine compressa con `gzip' di un file system Minix o Ext2 di 1,4
     MB, che viene caricato nel ramdisk e usato come file system root.


10.3. Sostituire il kernel del dischetto di recupero
----------------------------------------------------

     Se ritenete necessario sostituire il kernel del dischetto di recupero,
     dovrete incorporarvi direttamente le seguenti funzionalità (non come
     moduli caricabili):

        * RAM disk support (`CONFIG_BLK_DEV_RAM')

        * Initial RAM disk (initrd) support (`CONFIG_BLK_DEV_INITRD')

        * Kernel support for ELF binaries (`CONFIG_BINFMT_ELF')

        * Loop device support (`CONFIG_BLK_DEV_LOOP')

        * FAT, Minix, and Ext2 filesystems (alcune architetture non hanno
          bisogno dei file system FAT o Minix, controllate il sorgente)

        * Socket filtering for DHCP (`CONFIG_FILTER')

        * Packet socket, also for DHCP (`CONFIG_PACKET')

        * Unix domain sockets for syslogging (`CONFIG_UNIX')

     Sarà il caso di sostituire anche il file `modules.tgz' sui dischetti
     dei driver.  Questo file contiene semplicemente un archivio tar
     compresso di `/lib/modules/<versione-del-kernel>'.  Createlo dal file
     system root, in modo da includerlo nell'archivio tar con il suo
     percorso assoluto.


-------------------------------------------------------------------------------


11. Appendice
-------------


11.1. Ulteriori informazioni
----------------------------

11.1.1. Ulteriori informazioni
------------------------------

     Una fonte universale di informazioni su Linux è il Linux Documentation
     Project (http://www.tldp.org/).  Vi troverete HOWTO e puntatori ad
     altre preziose informazioni sulle varie parti di un sistema GNU/Linux.
     (Ne esiste una versione italiana, l'Italian Linux Documentation
     Project (ILDP) (http://ildp.pluto.linux.it) NdT).


11.2. Come procurarsi Debian GNU/Linux
--------------------------------------

11.2.1. La serie di CD ufficiali Debian GNU/Linux
-------------------------------------------------

     Se volete comprare una serie di CD di installazione di Debian
     GNU/Linux, potreste andare alla pagina dei rivenditori di CD
     (http://www.debian.org/CD/vendors/), dove troverete un elenco di ditte
     che vendono Debian GNU/Linux su CD-ROM.  E` ordinato per nazione,
     quindi non dovreste avere problemi a trovare un fornitore a voi
     vicino.

11.2.2. I mirror Debian
-----------------------

     Se volete scaricare i pacchetti Debian dalla rete e non vivete negli
     Stati Uniti, potete usare uno dei molti mirror fuori dagli USA.  Ne
     trovate un elenco, suddiviso per nazioni, sul Sito web del server FTP
     Debian (http://www.debian.org/distrib/ftplist).

11.2.3. Descrizione dei file del sistema di installazione
---------------------------------------------------------

     Questa sezione contiene un elenco commentato dei file che troverete
     nella directory `disks-mips'.  I file da scaricare non sono sempre gli
     stessi, dipendono da come farete il boot del sistema di installazione
     e dai supporti scelti.

     La maggior parte dei file sono immagini per dischetti, cioè singoli
     file che vengono usati per creare i dischetti necessari
     all'installazione.  Le immagini dipendono, ovviamente, dalla
     dimensione del dischetto di destinazione.  Per esempio, 1,44 MB sono
     la quantita normale di dati che possono stare su dischetti standard da
     tre pollici e mezzo.  Questa è l'unico formato di dischetti supportato
     dalla vostra architettura.  Le immagini pei dischetti da 1,44 MB si
     trovano nella directory `images-1.44' directory.

     Se state usando un browser web su un elaboratore connesso in rete per
     leggere questo documento, potete probabilmente recuperare i file
     selezionando i loro nomi nel vostro browser.  A seconda del browser
     che usate, potreste dover fare qualcosa di particolare per scaricarli
     in modalità binaria direttamente in un file.  Per esempio con Netscape
     dovrete tenere premuto il tasto _Shift_ mentre cliccate sull'URL per
     ottenere il file.  I file possono essere scaricati da URL presenti in
     questo documento, che puntano alla directory .../current
     (http://http.us.debian.org/debian/dists/woody/main/disks-mips/current/)
     del server web , oppure potete recuperarli via ftp da
     "ftp://ftp.debian.org/debian/dists/woody/main/disks-mips/current/">.
     Potete anche usare la directory corrispondente su uno qualsiasi dei
     siti mirror di Debian (http://www.debian.org/distrib/ftplist).

11.2.3.1. File per il boot iniziale del sistema
-----------------------------------------------

     _Immagini del dischetto di recupero:_
     .../current/r4k-ip22/images-1.44/rescue.bin
     (../../r4k-ip22/images-1.44/rescue.bin)
          Sono le immagini per il dischetto di recupero.  Esso viene usato
          per la configurazione iniziale e per le emergenze, ad esempio
          quando il vostro sistema per qualche ragione non riesce a fare il
          boot.  Di conseguenza vi si raccomanda di crearne comunque uno,
          anche se non intendete usare i dischetti per l'installazione.

     _Immagine/i di root:_
     .../current/root.bin (../../root.bin)
          Questo file contiene l'immagine di un file system temporaneo che
          viene caricato in memoria quando fate il boot dal dischetto di
          recupero.  E` usato per installazioni da CD-ROM, disco fisso e
          dischetti.

     _Immagini di boot via TFTP_
     .../current/r4k-ip22/tftpboot.img (../../r4k-ip22/tftpboot.img)
          Immagini di boot usate per il boot via rete, leggete Sezione 4.4,
          `Preparare i file per il boot via rete con TFTP'.  Generalmente
          contengono il kernel Linux e il file system root, `root.bin'.

11.2.3.2. I file del kernel Linux
---------------------------------

     Si tratta dell'immagine del kernel Linux, da usarsi per installazioni
     da disco fisso.  Non vi serve se installate da dischetti.

     .../current/r4k-ip22/linux.bin (../../r4k-ip22/linux.bin)
          File del kernel Linux.

11.2.3.3. I file dei driver
---------------------------

     Questi file contengono moduli del kernel, o driver, per tutti i tipi
     di hardware che non sono necessari per il boot iniziale.  Per
     procurarvi i driver desiderati, dovete agire in due tempi: prima
     dovete identificare un archivio di driver che volete usare, quindi
     selezionate i particolari driver che desiderate.

     I dischetti dell'archivio dei driver vengono usati solo dopo il
     partizionamento del disco fisso e l'installazione del kernel.  Se
     avete bisogno di un driver particolare per il boot iniziale, per
     esigenze della vostra sottoarchitettura o per accedere al disco,
     scegliete un kernel che lo abbia incorporato e passategli gli
     argomenti corretti come parametri di boot.  Farete bene a consultare
     Sezione 5.1, `I parametri di boot'.

     Ricordatevi che il vostro archivio dei driver dovrà essere coerente
     con il kernel scelto all'inizio.

     _Immagini dei dischetti di driver:_
     .../current/r4k-ip22/images-1.44/driver-1.bin
     (../../r4k-ip22/images-1.44/driver-1.bin)
          Sono le immagini dei dischetti di driver.

     _Archivio dei dischetti di driver_
     .../current/r4k-ip22/drivers.tgz (../../r4k-ip22/drivers.tgz)
          Se non siete costretti ad usare i dischetti, scegliete uno di
          questi file.

11.2.3.4. I file di installazione del sistema di base
-----------------------------------------------------

     Tali file sono necessari solo per elaboratori senza una connessione di
     rete funzionante o il cui hardware di rete non è supportato.
     Contengono i programmi che costituiscono un sistema operativo
     GNU/Linux di base, molto essenziale.  Spesso i contenuti di tali file
     possono essere recuperati automaticamente dall'installer tramite una
     connessione di rete funzionante.

     _Immagini del sistema di base:_
     Qui va posta l'entity base-file-images
          Sono le immagini dei dischetti del sistema di base.

     _Archivio tar del sistema di base_
     Qui va posta l'entity base-file-tarball
          Se non siete costretti ad usare i dischetti, scegliete questo
          file.


11.3. Device Linux
------------------

     In Linux ci sono diversi file speciali nella directory `/dev',
     chiamati "file di device".  Nel mondo Unix si accede all'hardware in
     modi particolari.  Ci sono dei file speciali che attivano in realtà un
     driver che a sua volta accede all'hardware.  Il file di device è
     un'interfaccia al componente reale del sistema.  Inoltre i file sotto
     `/dev' si comportano in maniera diversa da quelli normali.  Qui sotto
     riportiamo quelli più importanti.

          fd0	Primo lettore di dischetti
          fd1	Secondo lettore di dischetti

          hda	Disco fisso / CD-ROM IDE sulla prima porta IDE (Master)
          hdb	Disco fisso / CD-ROM IDE sulla prima porta IDE (Slave)
          hdc	Disco fisso / CD-ROM IDE sulla seconda porta IDE (Master)
          hdd	Disco fisso / CD-ROM IDE sulla seconda porta IDE (Slave)
          hda1	Prima partizione sul primo disco fisso IDE
          hdd15	Quindicesima partizione sul quarto disco fisso IDE

          sda	Disco fisso SCSI con l'ID SCSI più basso (p.e. 0)
          sdb	Disco fisso SCSI con l'ID SCSI successivo (p.e. 1)
          sdc	Disco fisso SCSI con l'ID SCSI successivo (p.e. 2)
          sda1	Prima partizione sul primo disco fisso SCSI
          sdd10	Decima partizione sul quarto disco fisso SCSI

          sr0     CD-ROM SCSI con l'ID SCSI più basso
          sr1     CD-ROM SCSI con l'ID SCSI successivo

          ttyS0    Porta seriale 0, COM1 sotto DOS
          ttyS1    Porta seriale 1, COM2 sotto DOS
          psaux    Mouse PS/2
          gpmdata  Pseudo device, dati reinviati dal demone GPM (mouse)

          cdrom    Link simbolico al lettore CD-ROM
          mouse    Link simbolico al file di device del mouse

null     Tutto ciò che viene reindirizzato a questo device finisce nel nulla
zero     Da questo device si possono leggere infiniti zero

11.3.1. Configurare il vostro mouse
-----------------------------------

     Il mouse può essere usato sia da console (con gpm) che in ambiente X
     Window.  I due usi possono essere resi compatibili se il ripetitore
     gpm viene usato per trasportare il segnale al server X, come
     nell'esempio:

          mouse => /dev/psaux  => gpm => /dev/gpmdata -> /dev/mouse => X
                   /dev/ttyS0            (ripetitore)    (link simbolico)
                   /dev/ttyS1

     Impostate il protocollo del ripetitore come "raw" (in
     `/etc/gpm.conf'), mentre per X impostate il protocollo originale del
     mouse in `/etc/X11/XF86Config' o `/etc/X11/XF86Config-4'.

     Questo approccio, usare gpm anche in X, si dimostra vantaggioso
     allorché il mouse venga inavvertitamente disinserito.  Riavviare
     semplicemente gpm con

          user@debian:# /etc/init.d/gpm restart

     farà sì che il mouse venga riconnesso a livello software senza dover
     riavviare X.

     Ove gpm fosse disabilitato o, per qualche ragione, non installato,
     assicuratevi di impostare X affinché legga direttamente dal device del
     mouse, ad esempio `/dev/psaux'.  Per maggiori dettagli fate
     riferimento al 3-Button Mouse mini-Howto,
     `/usr/share/doc/HOWTO/en-txt/mini/3-Button-Mouse.gz' (in italiano
     3-Button Mouse mini-Howto
     (http://ildp.pluto.linux.it/HOWTO/mini/3-Button-Mouse.html) NdT), a
     `man gpm', `/usr/share/doc/gpm/FAQ.gz' e README.mouse
     (http://www.xfree86.org/current/mouse.html).


-------------------------------------------------------------------------------


12. Administrivia
-----------------


12.1. Circa questo documento
----------------------------

     Questo documento è scritto in SGML, usando la DTD "DebianDoc".  I
     formati di output sono generati dai programmi contenuti nel pacchetto
     `debiandoc-sgml'.

     Per facilitare la manutenzione di questo documento vengono usate un
     gran numero di caratteristiche dell'SGML, quali le entity e le sezioni
     marcate, che hanno un ruolo simile a quello delle variabili e dei
     costrutti condizionali nei linguaggi di programmazione.  Il sorgente
     SGML di questo documento contiene informazioni per ciascuna diversa
     architettura: vengono usate delle sezioni marcate per isolare
     determinate parti di testo che sono specifiche di una certa
     architettura.


12.2. Come contribuire
----------------------

     Se avete problemi o suggerimenti su questo documento, dovreste
     probabilmente inviarli come bug report per il pacchetto
     `boot-floppies'; consultate il pacchetto `bug', `reportbug' o leggete
     la documentazione in linea del Debian Bug Tracking System
     (http://bugs.debian.org/).  E` preferibile consultare prima l' Elenco
     dei bug aperti per boot-floppies
     (http://bugs.debian.org/boot-floppies) per controllare se il problema
     da voi riscontrato sia già stato comunicato.  Se è così, potete
     fornire delle informazioni aggiuntive all'email
     <XXXX@bugs.debian.org>, dove <XXXX> è il numero del baco.

     Meglio ancora, procuratevi una copia del sorgente SGML di questo
     documento e create delle patch; il sorgente si trova nel pacchetto
     `boot-floppies'; cercate di recuperare l'ultima versione nella
     distribuzione unstable (ftp://ftp.debian.org/debian/dists/unstable/).
     Potete anche navigare nei sorgenti usando CVSweb
     (http://cvs.debian.org/boot-floppies/); per istruzioni su come farlo,
     leggete il file README-CVS
     (http://cvs.debian.org/cgi-bin/viewcvs.cgi/~checkout~/boot-floppies/README-CVS?tag=HEAD%26content-type=text/plain)
     che trovate nei sorgenti.

     Si prega di _non_ contattare direttamente gli autori di questo
     documento; esiste una lista di discussione per `boot-floppies',
     dedicata anche a questioni riguardanti questo manuale:
     <debian-boot@lists.debian.org>.  Potete trovare informazioni su come
     iscrivervi sulla pagina Iscrizione alle mailing list
     (http://www.debian.org/MailingLists/subscribe) e un archivio web della
     lista negli Archivi delle mailing list (http://lists.debian.org/).


12.3. Contributi principali
---------------------------

     Sono davvero molti gli utenti e sviluppatori Debian che hanno
     contribuito a questo documento; in particolare vanno ricordati Michael
     Schmitz (supporto per m68k), Frank Neumann (l'autore originale delle
     Debian Installation Instructions for Amiga
     (http://www.informatik.uni-oldenburg.de/~amigo/debian_inst.html)),
     Arto Astala, Eric Delaunay/Ben Collins (informazioni sulle SPARC),
     Tapio Lehtonen e Stéphane Bortzmeyer per le numerose modifiche e il
     testo fornito.

     [Per la versione italiana si ringrazia Eugenia Franzoni, che ha
     iniziato la traduzione, Giuseppe Sacco, per il fondamentale supporto,
     e tutti coloro che hanno risposto, anche in privato, alle mie domande.
     NdT]

     Testo e informazioni molto utili sono state reperiti nell'HOWTO sul
     boot via rete di Jim Mintha (non è disponibile un URL), in Debian FAQ
     (http://www.debian.org/doc/FAQ/), Linux/m68k FAQ
     (http://www.linux-m68k.org/faq/faq.html), Linux for SPARC Processors
     FAQ (http://www.ultralinux.org/faq.html) e Linux/Alpha FAQ
     (http://linux.iol.unh.edu/linux/alpha/faq/), tra l'altro.  Un
     ringraziamento particolare va ai manutentori di queste ricche fonti di
     informazioni, liberamente disponibili.


12.4. Marchi registrati
-----------------------

     Tutti i marchi registrati sono di proprietà dei rispettivi
     proprietari.


-------------------------------------------------------------------------------


     Installazione di Debian GNU/Linux 3.0 per Mips

     Bruce Perens
     Sven Rudolph
     Igor Grobman
     James Treacy
     Adam Di Carlo
     Eugenia Franzoni <eugenia@linuxcare.com>
     Riccardo Fabris <frick@linux.it>

     versione 3.0.23, 16 May, 2002